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Eligo in Summum Ponteficem

Di Michele Petrocelli

E alla fine il gran giorno è arrivato. Il giorno del conclave per l’elezione del 267° Vescovo di Roma è giunto e tra poche ore i 133 cardinali elettori provenienti da 71 Paesi del mondo, entreranno nella Cappella Sistina e da li, guidati dalla Spirito Santo, eleggeranno il nuovo Pontefice. Prima di andare “sottochiave”, i porporati seguiranno un fitto cerimoniale. Ma andiamo con ordine. Dalla morte di Papa Francesco si è aperta la procedura per la determinazione della sua successione. Prima di tutto e nel mentre che tutti i cardinali giungessero a Roma si sono tenute 12 Congregazioni Generali ossia, le riunioni per il governo della Chiesa durante la cosiddetta Sede Vacante. All’interno di queste Congregazioni si discutono le tematiche relative ai programmi, alle alleanze e, sicuramente, anche alle candidature che entreranno in conclave. Dicevamo, l’ultima riunione generale si è conclusa nella giornata di ieri. Oggi 7 maggio la giornata si aprirà alle ore 10 con la messa Pro Eligendo Romano Pontefice. Ma il vero conclave inizierà alle ore 15 quando saranno disattivati tutti i telefoni cellulari e disattivata la rete telefonica nelle zone di permanenza dei cardinali. Circa un’ora dopo i porporati si ritroveranno presso la Cappella Paolina dove, a presiedere l’incontro, sarà il cardinale Parolin; da lì inizierà la processione con i canti di invocazione dello Spirito Santo che sfilerà verso l’adiacente Cappella Sistina. Alle 16,30 scatterà il “fuori tutti” l’extra Omnes e il cardinale più giovane, l’ucraino Bychok, chiuderà i “colleghi” “Cum Clavis”. A questo punto, entro le ore 18, avremo il primo voto apposto sulla scheda su cui ogni cardinale troverà la frase “Eligo in Summum Penteficem” e successivamente il primo scrutinio che porterà, per tutti noi che siamo all’esterno, alla prima fumata dai tetti di San Pietro, che dovremmo avere intorno alle ore 19. Se la fumo sarà di colore nero il responso sarà negativo, bianco, se ci sarà l’accordo sul nome del nuovo pontefice. Ricordiamo che per essere eletto, il nuovo Papa dovrà ottenere almeno 89 voti, pari ai 2/3 dei votanti. Questo tipo di maggioranza dovrà essere rispettata per ben 34 votazioni, dalla numero 35 si procederà al cosiddetto ballottaggio tra i due candidati più votati. Ovviamente la speranza è quella che non si arrivi a tempi cosi lunghi e che il successore di Pietro sia eletto i tempi brevi. Riteniamo che entro un paio di giorni conosceremo il nome del nuovo Papa che secondo le ultime indiscrezioni e soprattutto ipotesi giornalistiche, potrebbe essere un italiano, il Cardinale Pietro Parolin “comanda” la classifica, seguito a ruota da alcuni nomi che potrebbero portare la Chiesa verso nuove frontiere: in primis il cardinale filippino Tagle ma anche, notizia delle ultime ore, il francese Aveline o Jean Paul Vesco, cardinale di Algeri. Infine tra i papabili dell’ultimo minuto sono salite le quotazioni di “Bob” Prevost, statunitense di nascita con un percorso da missionario in America Latina. Si sa, ognuno dei 133 porporati entrerà in Cappella Sistina cardinale e ne potrà uscire Papa. Di certo possiamo anche affermare che dei molti che stanno per entrare “Papa”, ne usciranno ancora cardinale.