di Pippo Gallelli
Non nella grandiosa San Pietro, accanto ai predecessori, ma nel silenzio raccolto della Basilica di Santa Maria Maggiore, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, sotto lo sguardo materno della “Salus Populi Romani”. Sarà questo il luogo di sepoltura di Papa Francesco, secondo la volontà che lo stesso Pontefice ha affidato al suo testamento spirituale, steso di suo pugno nel giugno 2022 e reso noto ieri dal Vaticano.
Una scelta che non stupisce chi ha seguito da vicino il pontificato di Bergoglio. La Basilica mariana è stata, fin dal primo giorno, il santuario personale del Papa: il luogo dei suoi silenzi, delle sue invocazioni, il punto di partenza e di ritorno di ogni viaggio apostolico. E proprio a Maria, nella sua icona più cara ai romani, Francesco ha affidato non solo il peso del suo ministero, ma anche l’ultimo tratto di strada.
La tomba, come da sua richiesta, sarà semplice, nella terra, priva di decori. Solo un nome, inciso: Franciscus. Un’epigrafe essenziale, in perfetta coerenza con la sua idea di Chiesa povera, umile, vicina agli ultimi. Un addio sobrio, ma carico di significato, nel solco di un legame profondo e personale che ha segnato il suo pontificato sin dal mattino successivo all’elezione.
Un legame di cuore
Fu infatti proprio alla Salus Populi Romani che Francesco si recò nella sua prima uscita pubblica, il 14 marzo 2013, poche ore dopo essere stato eletto. Da allora, ogni partenza e ogni ritorno da un viaggio apostolico passavano sempre per quella navata, in un gesto di affidamento e gratitudine. E lì, davanti a quell’icona, Bergoglio ha pregato nei momenti più drammatici del suo pontificato: dalla pandemia alla guerra, dalle calamità globali ai drammi personali.
La sua scelta testamentaria, tanto semplice quanto radicale, è il sigillo di una coerenza che ha attraversato tutto il suo magistero: il vescovo di Roma, come ogni fedele, in attesa della risurrezione, affidato alla Madre.
Esequi senza sfarzo
La sobrietà chiesta per la sua sepoltura troverà riflesso anche nei funerali, che si terranno sabato sul sagrato di San Pietro. Nessun catafalco, nessuna triplice bara, nessun rituale fastoso. “Con dignità, ma come ogni cristiano”, aveva più volte ripetuto Francesco nelle sue interviste e nelle conversazioni private. Un modello che, se confermato dal Collegio cardinalizio, segnerà d’ora in avanti anche la liturgia funebre per i successori.
Un Papa che ha spogliato la Chiesa di orpelli, e che ha voluto spogliarsi, persino nell’ultimo viaggio, di ogni segno di potere. Con un solo punto fermo: Maria, “Salus Populi Romani”. Quella Madre alla quale aveva consegnato la sua missione e ora anche il suo riposo.