di Michele Petrocelli
A sette giorni dal settantaseiesimo conclave della storia, si restringe il cerchio dei cosiddetti cardinali “papabili”. Prima di entrare nello specifico dei numeri di quest’ultimo conclave, che inizierà, lo ricordiamo, il 7 maggio prossimo con, probabilmente, due tornate di voto, dobbiamo fare un passo indietro e capire perché i conclave, a oggi, risultano essere 76 ma i papi con quello che sarà eletto, saranno 267. La risposta sta nel fatto che la procedura elettiva mediante conclave entra in vigore ufficialmente nell’anno 1276 con l’elezione di Papa Innocenzo V e che il secondo conclave si avrà sempre in quell’anno mentre, nel 1294 con l’elezione di Bonifacio VIII si terrà il terzo conclave della storia. Da questa data in poi tutti i papi saranno scelti tramite conclave.
Prima del 1276 e nell’intervallo degli anni tra quest’ultimo e il 1294, i vescovi di Roma furono scelti attraverso diverse procedure chiamate, dal 1058 al 1276, Elezioni Papali e precedentemente mediante modalità varie tra cui quella che il predecessore scegliesse il suo successore o che gruppi di fedeli cristiani eleggessero il proprio rappresentante al soglio pontificio. Da rilevare che per 28 volte, il conclave si è tenuto fuori Roma mentre con la sola singolarità del 1389, dal 1455 le scelte del nuovo pontefice si tengono, tranne qualche eccezione, presso il Palazzo Apostolico in Vaticano e solo dal 1878 il conclave si tiene nella Cappella Sistina che, comunque, si trova all’interno del Palazzo Apostolico.
Detto questo, veniamo alla nostra contemporaneità cercando di capire come si svolgerà il prossimo conclave e quale sarà la ristretta cerchia dei cosiddetti papabili.
Al Conclave che inizierà il 7 maggio, parteciperanno 133 porporati su 135 (2 cardinali al momento saranno assenti per motivi di salute) aventi diritto, i quali con la loro preferenza dovranno raggiungere il quorum di 89 voti validi per eleggere il nuovo pontefice.
I cardinali riuniti nella Cappella Sistina, svolgeranno le votazioni in un clima di preghiera, riflessione e isolamento dal mondo esterno. Ogni giorno potranno essere celebrate fino a quattro votazioni, e per l’elezione sarà richiesta una maggioranza qualificata dei due terzi (89 voti).
La fumata bianca, segnale visibile da Piazza San Pietro, annuncerà al mondo che un nuovo Papa è stato scelto.
Tra i cardinali che eleggeranno il nuovo Pontefice, il continente più rappresentato è l’Europa con 53 (52 con un Cardinale assente per motivi di salute), seguito dalle Americhe con 37 (16 dall’America del Nord; 4 da quella Centrale; 17 dall’America del Sud), dall’Asia con 23 cardinali e infine, l’Africa con 18 elettori (17 con un Cardinale assente per motivi di salute) e l’Oceania con 4 porporati. I Paesi più rappresentati sono l’Italia con 17 Cardinali e gli Stati Uniti con 10.
I cardinali elettori provengono da 71 paesi e sei continenti. Questa distribuzione evidenzia una crescente internazionalizzazione del Collegio cardinalizio, con una rappresentanza significativa da parte di continenti tradizionalmente meno rappresentati. La maggior parte dei cardinali elettori si colloca nella fascia d’età tra i 60 e i 70 anni, una fascia che consente di bilanciare l’esperienza acquisita durante il ministero con una forza vitale e la possibilità di guidare la Chiesa per un periodo significativo.
Alla morte di Papa Francesco con la quale si era aperta la cosiddetta “sede vacante” molti erano i nomi dei cardinali saliti agli onori della cronaca in qualità di successori. A una settimana circa dalla chiusura dei porporati Cum Clave, la cerchia si è ristretta. Tenendo presente che, a nostro avviso guidano le preferenze i papabili italiani, Pietro Parolin, Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, un nome non italiano tiene testa al terzetto, Luis Antonio Tagle, e lo fa in funzione proprio del proseguimento del concetto di una chiesa universale, propria di Papa Bergoglio e rivolta verso un pezzo di mondo in forte crescita in termini di fede e cioè, il continente asiatico. In mezzo alcuni nomi nuovi che potrebbero essere candidati di mediazione tra le due principali “correnti” all’interno dell’assemblea: Jean-Marc Aveline, primate di Marsiglia e Jose Tolentino de Mendonca, portoghese e prefetto del dicastero per la Cultura e l’educazione vaticana.
Nota:
La Cappella Sistina è la principale Cappella di Palazzo Apostolico, nonché uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano. Fu costruita tra il 1475 e il 1481, all’epoca di papa Sisto V della Rovere, da cui prese il nome. È considerata la più completa e importante di quella “teologia visiva”, che è stata chiamata Biblia Pauperum. Le pareti sono decorate da una serie di affreschi di alcuni dei più grandi artisti italiani della seconda metà del ‘400: Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Pinturicchio, Ghirlandaio, Luca Signorelli e anche Raffaello Sanzio ma è conosciuta in tutto il mondo sia per essere il luogo nel quale si tengono il conclave e altre cerimonie ufficiali del papa, sia per essere decorata dai celeberrimi affreschi di Michelangelo Buonarroti che ricoprono la volta (1508-1512) tra cui il Giudizio Universale sopra l’altare (1535-1541 circa).
Foto di Simone Savoldi su Unsplash