Politica

Sardegna – Abruzzo, andata e ritorno con fermata in Basilicata

Sardegna – Abruzzo, 1 a 1, per utilizzare una terminologia calcistica, degna di questo Paese che, a pensar bene, non ha problemi. Anzi. Gode di ottima salute a parte la disoccupazione, gli stipendi ancora molto al di sotto della media europea – le pensioni… no comment – i conti in rosso, in generale, e addirittura il ponte sullo Stretto che con una bozza di progetto costata già qualche centinaio di migliaia di euro, manca ancora delle verifiche sui venti che tirano e sullo stato sismico della zona. Per non parlare delle libertà “violate” degli ultimi tempi con sventagliate di manganelli, limitazioni alla stampa e al diritto sacrosanto di manifestare pacificamente, s’intende. Detto questo – l’elenco di sicuro sarebbe difficile da declinare per quanto è lungo – nel bel Paese a tener banco sono i numeri e le percentuali elettorali delle ultime tornate regionali che non trovano paragone neanche con le presidenziali statunitensi.
Sarà un caso, poi, che quattro giorni dopo la “strabiliante” vittoria del Centro Destra in Abruzzo, il suo capoluogo, l’Aquila, fosse designata quale capitale italiana della cultura con un primo “regalo” di un milione di euro. Eppure (per carità, l’Aquila è una città bellissima) a contenersi lo scettro della cultura italiana per il 2025 c’erano Agrigento, Aosta, Monte Sant’Angelo e addirittura Assisi, dove c’è già “lo Santo Francesco”. Comunque così è, in Sardegna vince la candidata del Centro Sinistra con uno scarto di una manciata di voti, mentre in Abruzzo si riconferma il candidato del Centro Destra. C’è da dire, senza nessuna polemica ovviamente, che la memoria di noi italiani e decisamente corta. Mi vengono alla mente le risate al telefono e lo sfregamento di mani di chi festeggiava per il disastroso terremoto del 2009, quindici anni fa, proprio a l’Aquila, dove si annusavano affari milionari legati alla ricostruzione. Erano imprenditori legati al Centro Destra mi pare. Comunque, va tutto bene, come si suol dire, in attesa della grande kermesse europea del 9 giugno prossimo, attendiamo nel frattempo le “presidenziali” lucane, dove il generale Bardi tenta la riconferma mentre, dall’altra parte, il cosiddetto Campo Largo, al momento senza Azione di Calenda e, quindi, senza il partito di Azione locale che fa riferimento a Gianni Pittella e Marcello Pittella, sembrava aver trovato la quadra con l’oculista Lacerenza che prima di accettare ci “ha voluto vedere chiaro”, è il caso di dirlo, e pochi giorni dopo ha ringraziato e declinato l’invito.
A ben vedere, l’ultima volta che in Basilicata il Centro Sinistra non aveva candidato un “politico” non finì proprio bene, lasciando in mano alle destre la regione dopo quasi trent’anni di governo a sinistra.
Adesso con un’operazione da blitzkrieg, forse il candidato quello giusto, politico, con anni di esperienza di gestione sul territorio, c’è: si tratta di Piero Marrese (al momento), attualmente presidente della Provincia di Matera e sindaco del comune di Montalbano Jonico. Vedremo…

Foto copertina: www.pixabay.com