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Concorsi scuola: sì la vita è tutt’un quiz!

Aspetta e spera, che poi s’avvera, che la nottata non è così nera. Siam tutti quanti felici e contenti,
noi siamo un popolo di concorrenti, e alla conquista del quiz partiremo. Bisogna vincere e vinceremo”

Nell’ultimo decennio i precari della scuola sono raddoppiati e sono passati da circa 100 mila nel 2015 a 234 mila nel 2023 secondo quanto riportato da UIL scuola, quindi la percentuale di personale precario è aumentata dal 12% al 24% in solo 8 anni.
Questo andamento ovviamente si ripercuote non solo sui docenti, ma soprattutto sugli alunni a cui non può essere assicurata continuità didattica per il turn over degli insegnanti che ricoprono annualmente quasi un terzo dei posti a disposizione.

Al di là dei dati tangibili, questo concorso scuola, bandito per essere svolto lo scorso anno e partito in questi giorni con le prove scritte, adempie ai dettami europei sugli investimenti per la stabilizzazione del personale scolastico e si svolge attingendo ai fondi stanziati dal Pnnr. La sensazione per chi questo nuovo quizzone lo ha vissuto e provato è quasi sconcertante.

Il programma della prova scritta, valido per tutte le classi di concorso e per i diversi gradi scolastici, verte su ambiti pedagogici, psicologici, di metodologie didattiche e valutative, su temi di inclusione e ha messo in crisi alcune categorie non avvezze a questi temi. Nonostante questo, la percentuale degli ammessi alla prova orale per la scuola dell’infanzia e primaria è risultata molto alta mentre siamo ancora in attesa dei dati riguardanti la scuola secondaria le cui prove sono ancora in corso, anche se i primi dati confermano il trend.

A questo punto le macchine regionali si metteranno in moto al fine di organizzare le prove orali suddivise per ordine, grado e per Cdc. Seguiremo nelle prossime settimane gli esiti di quanto accadrà con lezioni simulate, prove estratte 24 ore prima e programmi generali, nonché con giudizi affidati a commissioni che valuteranno in base a criteri e valutazioni assolutamente soggettive (personali e differenti) mettendo in gioco la vita di precari che magari hanno già più di un lustro di esperienza in ambito di insegnamento.

Forse, lo spirito giusto per affrontare questo percorso è quello citato nel titolo, un surreale e a tratti Kafkiano amore per i quiz che Renzo Arbore cantava in una trasmissione passata alla storia della televisione per la satira e la critica alla stereotipia e ai contenuti della televisione stessa, che arricchiva superficialmente con giochi a quiz il suo pubblico sottovalutando cultura e spessore del ruolo televisivo.

E cosi, mentre anche io che scrivo, docente precaria, aspetto e spero che poi si avveri, mi domando se la formazione dei nostri studenti, sempre più adeguata ai concetti del saper fare e del raggiungimento di un curricolo per competenze, debba e possa passare per prove concorsuali basate su un “insano” accumulo nozionistico che mai verrà utilizzato come metodologia di insegnamento o attività di apprendimento.

Foto copertina: www.pixabay.com/