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Perchè Sanremo…è Sanremo!

Con l’arrivo del nuovo anno, il primo appuntamento atteso da milioni di italiani è Sanremo, il festival della canzone italiana giunto alla sua 64^ edizione.

Descrivere Sanremo con poche parole è difficile o quantomeno trovare le parole giuste che riassumano perfettamente le emozioni che trasmette a tutti coloro sintonizzati su Rai 1 per seguirlo anche fino a tarda notte. Non meno importante è il legame che unisce la storia del nostro Paese a quella del festival. Quest’ultimo é lo specchio della società italiana, della sua cultura, dei suoi ideali.

Il pluralismo tematico dei brani è significativo in una società eterogenea e fortemente spaccata  da ideologie contrastanti e spesso inconciliabili. In tal senso è possibile catturare l’interesse di una platea molto vasta di italiani che si riconoscono nei cantanti in gara. Se Angelina Mango ci ha invitato a vivere la vita con intensità  nonostante momenti di alti e bassi, Il Tre ci ha ricordato che la fragilità è un punto di forza dell’essere umano ed é sinonimo di coerenza. Quanto sarebbe bello vivere liberi delle maschere sociali e mostrare il vero volto di sé stessi!

Nuovi generi musicali, coreografie spettacolari e curate dettagliatamente, singolari outfit, anch’essi portatori di un messaggio profondo, testimoniano l’evoluzione dei costumi e dei gusti musicali. Ma se apparentemente sembra non esserci alcun punto di incontro tra le diverse tendenze musicali, tuttavia c’è un momento durante il festival dove emerge la vera identità del popolo italiano: la serata dei duetti e delle cover.  Le canzoni che hanno segnato la storia della musica del Belpaese, cantate e ballate in tutto il mondo, sono riproposte dai concorrenti che possono portare con sé un ospite. È la notte di “Sogna ragazzo sogna”, un capolavoro artistico e letterario  di Roberto Vecchioni; un inno alla vita attraverso il quale l’autore invita i ragazzi a lottare per i propri obiettivi nonostante gli innumerevoli ostacoli presenti nel cammino quotidiano. Mai cedere di fronte a “parole rosse come il sangue e nere come la notte”, ma perseverare nello scrivere i versi della poesia più bella ed emozionante, la vita. Il clima di festa dell’Ariston e il televoto dei cittadini  accende la sfida e accompagna i protagonisti verso la finale, solitamente prevista il giorno successivo.

Il resto è noto. La partita si fa avvincente specie quando a contendersi la vittoria sono due giovani, Angelina Mango e Geolier. Artisti diversi per storia personale, per genere musicale cantato  e per modo di interpretare la musica. Un tratto in comune: entrambi di origini meridionali. La prima di Lagonegro, una ridente località lucana; il secondo, napoletano, diventato in pochi anni un top player della musica rap. Due giovani promesse della musica, accomunati dalla stessa passione, dal  talento e dalla voglia di stupire. Nè nemici nè avversari, ma rispettosi del verdetto finale. Testimoni concreti dei sani valori del vivere civile anche quando sui social si scatenano “i leoni da tastiera”, pronti a contestare le scelte della giuria.

Sanremo è anche questo, e se non fosse così, non rispecchierebbe fedelmente la vera identità del nostro Paese