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Il Futuro è il ritorno all’economia e alla finanza delle persone

Si è svolta a Stresa la 15° edizione di Previdendo 2023, l’annuale importante incontro di economisti, fiscalisti ed esperti del sistema di Previdenza Complementare dedicato a un confronto sulle tematiche economiche, finanziarie e che come sempre fa il punto sul cammino della Previdenza Integrativa.

Quest’anno il titolo è stato particolarmente azzeccato “Il Futuro : il grande Sfondo che sarà”. Una due giorni intensa e utile in cui ci siamo confrontati ai tavoli di lavoro per governare oggi da protagonisti i cambiamenti che non sono più rimandabili e su cui occorre intervenire preparati per accompagnare aziende, persone e mondo del lavoro nel migliore dei modi. I mutamenti vanno guidati approfondendo le questioni nei dettagli e mettendo al centro le persone con i loro bisogni e le loro esigenze in modo particolare le categorie più fragili che sono più esposte come le donne e i giovani.

Illuminante e profonda l’introduzione alla riflessione che ha interessato poi i tavoli di lavoro svolta dal Dr Raffaele Bruni di BM&C Società Benefit dove è stato rimarcato che il futuro che ci attende è il grande sfondo su cui noi oggi dobbiamo essere impegnati e agire con coraggio e fiducia per governare al meglio questi processi. Abbiamo oggi gli strumenti e le conoscenze per poter operare nel modo migliore per metter al centro l’individuo, come persona unica, tornare ad un’economia e a una finanza delle persone che devono essere il centro e il motore della nostra azione; quando pensiamo al risparmio, al fisco, alla previdenza, alla transizione ecologica e digitale dobbiamo farlo pensando realisticamente alle donne e agli uomini, a chi è più in difficoltà perché i cambiamenti che dobbiamo affrontare e accompagnare sono cambiamenti soprattutto con una forte valenza sociale. Nostri compagni di strada devono essere la tenacia, le competenze, la conoscenza, i valori, la fiducia e il coraggio di investire nel futuro per valorizzare al meglio ciò che esso ci riserverà.

Ci siamo confrontati sul futuro del mercato del lavoro con i mutamenti epocali in corso, oggi dobbiamo porci in primis il problema dell’innovazione tecnologica, degli algoritmi, strumenti che devono essere indirizzati alla valorizzazione del lavoro e dei lavoratori, offrire loro la possibilità di crescere in conoscenza e professionalità senza creare una diversificazione tra chi possiede ed è inserito in queste conoscenze e chi invece ne viene escluso. Occorre immaginare un rapporto di lavoro dove accanto ad un conflitto che sempre ci sarà tra lavoratore e imprenditore si apra uno spazio importante di inclusione e collaborazione. I cambiamenti in corso hanno bisogno di sinergia tra le parti sociali, i lavoratori e le aziende soprattutto quelle che sono maggiormente impattate che devono investire seriamente in formazione e nuova organizzazione del lavoro che non devono essere visti come dei costi ma come delle grandi opportunità offerte dal cambiamento.

Abbiamo fatto il punto riflettendo insieme sul lungo e tortuoso cammino della Previdenza Complementare, tanto è stato il lavoro svolto, i risultati insperati quando si è voluto iniziare questo percorso pensando soprattutto ai giovani. Siamo convinti che ancora molto ci sia da fare, il sindacato è arrivato in ritardo su queste questioni perché da sempre si è battuto per una Previdenza Pubblica e lì aveva concentrato la sua azione, le prime pensioni integrative nascono negli anni ’50 e hanno come sfondo quello delle fabbriche ma bisogna attendere gli anni ’80 per avere riscontri maggiori, con la contingenza della Scala Mobile si iniziò a ragionare maggiormente su questo tema abbattendo molte resistenze di carattere ideologico che ponevano lo Stato unico detentore di tale settore.

Oggi dobbiamo lavorare ancora molto sulla comunicazione, sui contenuti e l’utilità di questo strumento, sul riuscire a fare passare il messaggio che i Fondi di Previdenza rafforzano e tutelano il percorso lavorativo soprattutto delle nuove generazioni che oggi spesso è difficile e tortuoso, i giovani sono l’anello debole della catena previdenziale. Ci sono in gioco i valori di giustizia sociale e di uguaglianza per salvaguardare i diritti dei lavoratori, la dignità del lavoro e la speranza di costruire un futuro solido e di garanzia come deve fare un paese come il nostro inserito a pieno titolo e che guarda come punto di riferimento all’Europa unita.

Ancora una volta la due giorni a Stresa di Previdendo 2023 è stata illuminante, ci ha indirizzati, ci ha spronati ad avere coraggio e determinazione, e, ancora una volta, ha tracciato la rotta e la strada da seguire insieme.