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Manovra: il Segretario Generale UIL Lombardia Enrico Vizza chiama in causa il Ministro dell’Economia Giorgetti

Intervista al segretario della UIL Lombardia Enrico Vizza, che lancia un appello al Ministro dell’Economia su una serie di temi che la manovra, per il sindacato, dimentica integralmente. E che sono le ragioni dello sciopero generale proclamato con la CGILL.

Segretario Vizza i temi sono diversi. Pensiamo ad esempio alla previdenza.
Nella manovra, non trovano risposte i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati. Chiediamo di modificare le misure sulla previdenza, occorre modificare la legge Fornero non peggiorandola come indicata nella manovra, ma rafforzando APE social e l’ accesso alla pensione passando dalle “quote” alla proposta del Sindacato . Modificare opzione donna peggiorata dal Governo.

Mentre sul cuneo fiscale e i rinnovi contrattuali? E sul precariato?
Nella manovra non viene resa strutturale la riduzione del Cuneo Fiscale, ottenuto grazie alla mobilitazione di lavoratori e Sindacato con lo sciopero contro il Governo Draghi per l’aumento del netto in busta paga. Non sono previste misure per la detassazione degli aumenti dei rinnovi contrattuali nazionali e aziendali. Abbiamo chiesto misure in favore di un lavoro stabile non precario; la maggior parte delle assunzioni nel nostro paese e anche nella Regione Lombardia sono di carattere precario con una situazione drammatica se pensiamo che nella città metropolitana di Milano molti rapporti di lavoro sono tra i 3 e 5 giorni di lavoro (gli avviamenti al lavoro per i contratti fino a 4 giorni nel 2022 erano il 25,17% del totale contro il 20,01 dell’indeterminato e il 54,2%  dei restanti contratti). Che futuro vogliamo dare ai giovani? Come pensiamo di costruire loro un futuro? Come possono costruire una famiglia, pensare all’acquisto di una casa o semplicemente a un affitto?

Milano è anche la città più cara d’Italia e diventa difficile anche viverci.
Ci riallacciamo a quanto dicevo prima. Il problema abitare che negli ultimi mesi è stato oggetto di attenzione da parte degli studenti non solo a Milano, non si affronta con slogan;  chiediamo misure e l’ aumento del fondo a favore degli affitti per famiglie, lavoratori, studenti e pensionati.

E poi veniamo al tasto dolente, la Sanità!
Il diritto alla salute è sempre più negato: basti vedere in Regione Lombardia le vergognose lungaggini nelle liste d’attesa e l’allarme, ormai a suono fisso, del personale che manca, che non partecipa ai concorsi o preferisce andare a lavorare in Svizzera dove le condizioni economiche e i turni sono decisamente favorevoli. Noi chiediamo il DIRITTO alla SALUTE e maggiori investimenti per la sanità pubblica.

Il Governo a un certo punto sembrava anche parlare di Extraprofitti, tema che la UIL ha da sempre messo in campo fin dal governo Draghi.
Nel nostro Paese si certifica un’evasione che supera i 110 miliardi tra fiscale, contributiva e imposte. La logica dei “condoni” e della “pace” sono come sempre a danno dei contribuenti onesti e di lavoratori e pensionati che dal loro cedolino paga o importo pensionistico contribuiscono per l’80% dell’IRPEF che entra nelle casse dello Stato. L’ Irpef, che lo Stato usa per tutti gli interventi pubblici, va anche a vantaggio di chi evade. Occorre un cambio di passo in favore dei contribuenti onesti.

Parlando di rischio povertà non crede che la reintroduzione del patto di stabilità possa impoverire ulteriormente i lavoratori?
La Uil ha lanciato la campagna “Patto di stabilità No Grazie”. La reintroduzione del patto di stabilità senza interventi sostanziali sarà un grande errore. Il mancato scorporo degli investimenti produttivi dal conteggio del debito e il parametro dello 0,5% di rientro, con un rapporto debito/pil al 144% ci obbligherebbe a un piano di rientro per svariati miliardi annui. In un contesto di crescente inflazione come quello attuale, ciò potrebbe rilevarsi deleterio per le fasce più povere della popolazione e per i lavoratori. Abbiamo chiesto al presidente della Regione Lombardia, ai parlamentari eletti in Lombardia e ai sindaci dei Comuni delle Città Capoluogo di condividere e sostenere la nostra campagna, ma pare siano “sordi” o presi da altro.

E sulla sicurezza sul Lavoro?
Lo abbiamo detto e ridetto. Siamo di fronte a una vera e propria strage che si perpetua ogni giorno. E dopo i proclami politici non si fa nulla. Le nostre proposte? Fatte da tanto tempo. E guardi, sono davvero semplici. Basta la sola volontà e non gli slogan: rafforzamento del numero degli ispettori, formazione on the job, esclusione dai finanziamenti pubblici delle aziende che subiscono infortuni, procura speciale e reato di omicidio sul lavoro. Il punto è sempre solo uno: redistribuzione del reddito, assunzioni, eliminare dalla logica delle aziende che il primo punto sia il profitto. Servono queste misure per rafforzare sicurezza e legalità sul lavoro come stiamo facendo da oltre due anni con la campagna UIL ZEROMORTISULLAVORO. Le aziende che non applicano i contratti di lavoro e che subiscono infortuni da parte dei lavoratori verso i quali non sono applicate le misure di sicurezza, vanno escluse dalla partecipazione a bandi pubblici.Questo vorrebbe dire una vera giustizia sociale.