Cultura

Festival Tra Sacro e Sacro Monte. Fare teatro oggi è una sfida

Il Festival “Tra Sacro e Sacro Monte”, la cui direzione artistica è affidata ad Andrea Chodi, si terrà dal 6 al 27 luglio a Sacro Monte (Varese). Un’edizione, quella di quest’anno, che si prefigge il desiderio di scandagliare gli sguardi di vari autori e dei loro personaggi. Abbiamo approfondito i temi, gli ospiti di questa edizione e il senso del teatro con Andrea Chiodi.

Hai ideato nel 2010 il Festival Tra Sacro e Sacro Monte di cui sei direttore artistico. Da quale urgenza nasce questo Festival?
Sono stato ideatore e direttore artistico del Festival da subito. Il Festival è nato dall’urgenza di raccontare delle storie. Come regista varesino mi sembrava bello portare i grandi artisti che incontravo nella mia città con l’urgenza di raccontare anche delle storie, per far leggere, interpretare o costruire delle produzioni su dei testi che abitualmente non giravano nel circuito teatrale ma che per quel luogo erano davvero importanti. Penso ad esempio a Dal Vangelo secondo Matteo di Testori che all’epoca girava molto meno come quello di tanti altri autori straordinari. Ho incontrato veramente il desiderio degli artisti di portare in scena questi testi che alcuni di loro conoscevano anche molto bene. Quindi l’esigenza è stata proprio quella di raccontare delle storie che potessero spalancare il pensiero, di allargare lo sguardo del pubblico attraverso dei testi che riguardano le grandi domande della vita.

Puoi raccontarci l’edizione di quest’anno e i suoi principali ospiti?
Siamo arrivati al quattordicesimo anno e questa edizione parte da un’idea che ormai mi frulla nella testa da un po’ di tempo, ed è quella della capacità di avere degli sguardi nuovi sulle cose.
I principali ospiti di questa edizione sono Simone Cristicchi, che è la prima volta che viene al Festival, con un lavoro su Dante.
Maria Paiato, anche la sua è la prima volta al Festival del Sacro Monte, è una delle voci più più interessanti e importanti del teatro italiano, che ci regala una lettura dai Promessi Sposi di Manzoni, quella della notte dell’Innominato.
E poi ancora abbiamo Giacomo Poretti amico del festival. Giacomino Poretti del trio Aldo Giovanni e Giacomo che farà una serata legata al racconto della sua precedente vita da infermiere e poi chiudiamo con un grande maestro del teatro, del cinema, che è Giancarlo Giannini che si racconterà.

Uno dei momenti maggiormente attesi è l’incontro con Giancarlo Giannini…
Infatti sì, uno dei momenti forse più attesi del Festival è l’arrivo di Giancarlo Giannini. Sarà veramente un incontro, una chiacchierata intorno alla sua carriera e anche un momento di lettura di alcune poesie, di alcuni testi letterari tra quelli a lui più cari.

Come hai accennato prima troviamo in cartellone anche l’omaggio ad Alessandro Manzoni a 150 anni dalla sua morte e un altro anniversario importantissimo che ricorderete sarà quello del grande autore lombardo Giovanni Testori…
Maria Paiato è davvero una delle voci più interessanti per fare omaggio proprio ad Alessandro Manzoni a 150 anni della sua morte. Insieme a Manzoni un altro anniversario importante, che cade quest’anno, sono i cent’anni dalla nascita di Giovanni Testori. Mi sembrava bello mettere insieme questi due autori lombardi, Manzoni e Testori, che hanno saputo raccontare così bene la società della loro epoca. Manzoni ha raccontato il Seicento pur essendo lui dell’Ottocento. Testori invece ha raccontato la metà degli anni del Novecento in maniera straordinaria e anche abbastanza cruda ma sempre con uno sguardo capace di guardare nelle pieghe dell’umanità, delle persone. Noi che Testori l’abbiamo frequentato anche negli anni precedenti al Festival in quest’anno di festeggiamenti non potevamo trascurarlo e quindi abbiamo costruito un vero spettacolo itinerante per le vie del Sacro Monte che racconterà, attraverso le parole di Testori, i luoghi. Insieme a questo un altro lavoro bellissimo di Rosario Tedesco porterà in scena proprio al Sacro Monte uno spettacolo tratto dalla sceneggiatura dell’Amleto scritto da Giovanni Testori. Sono due lavori legati a Testori e un lavoro legato a Manzoni a cui diciamo tengo particolarmente

Nello spettacolo di Simone Cristicchi, “PARADISO. DALLE TENEBRE ALLA LUCE”, colpisce questo passo della sinossi:In ogni uomo abita una nostalgia dell’infinito, un senso di separazione, un desiderio di completezza che lo spinge a cercare un senso alla propria esistenza. Il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso, cercando dentro all’Inferno – che molto spesso è da lui edificato – barlumi di Paradiso: nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza”.
Anche in questa quattordicesima edizione, alcuni dei grandissimi protagonisti del teatro e della cultura arriveranno in cima al monte. In senso metaforico cosa significa per te fare teatro oggi?

Sì è vero. La sinossi dello spettacolo di Cristicchi dice che in ogni uomo abita la nostalgia dell’infinito e il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso cercando dentro l’inferno barlumi di Paradiso. Credo che sia proprio questo il compito del teatro, quello di consolare. Una grande attrice che purtroppo non c’è più, la grande amica e maestra Piera Degli Esposti, ecco lei quando descriveva il compito dell’attore diceva che l’attore è colui che consola in qualche modo e quindi ha la capacità, attraverso la lettura del testo, di far trovare, proprio come dice la sinossi di Cristicchi, dei barlumi di Paradiso. Noi al Sacro Monte abbiamo sempre cercato di dare attraverso i testi delle aperture, delle speranze se non delle risposte, delle ipotesi alle grandi domande della vita.
I grandi protagonisti che arriveranno quest’anno sono certamente i maggiori protagonisti del teatro della cultura italiana così come è stato negli altri anni. Cosa significa fare teatro oggi? è una domanda che è molto una sfida. Fare teatro oggi è una sfida. E’ un mezzo di comunicazione molto più lento rispetto agli altri ma che può si può permettere il lusso di approfondire sicuramente di più. Per me fare teatro è raccontare delle grandi storie, è regalare dei momenti anche di pensiero, di riflessione e allo stesso tempo anche magari di divertimento. Fare teatro resta una grande sfida col desiderio di stupire ogni volta. Comunque è davvero una grande responsabilità fare teatro oggi.


Chiudiamo parlando della location del Festival, Il Sacro Monte di Varese è inserito nel 2003 dall’UNESCO nei patrimoni mondiali dell’umanità.
 Ti ricordi ancora cosa hai provato la prima volta che sei salito in cima a questo monte?
Il Sacro Monte di Varese è inserito tra i siti dell’Unesco ed è un luogo straordinario. La prima volta che sono salito sul Monte è stato quando ero bambino con mio papà e da lì è sempre diventato un luogo molto familiare, molto vicino, molto presente. Per chi abita a Varese il Sacro Monte si vede da più o meno tutta la città quindi è veramente un luogo che sovrasta la città, è un luogo di passeggiate, di gelati d’estate, di incontri con gli amici e poi è certamente anche un luogo di di fede, di meditazione. Quello che è stato la prima volta per me il Sacro Monte continua a esserlo ogni volta. E poi devo dire che portare sul Sacro Monte i grandi artisti che non c’erano mai stati ogni volta te lo fanno riscoprire con occhi nuovi. E’ una location straordinaria, che potrebbe essere valorizzata molto molto molto di più, però insomma intanto noi stiamo costruendo qualcosa di bello e siamo felici di farlo.