di Sylvie Freddi
Israele, in un loop di follia che sempre più gli si ripercuote contro, persevera nella sua politica nefasta. La nave Freedom Flotillia viene assorbita nel buco nero di questa assurda politica omicida.
Quadricottero, sciame di droni, sostanze chimiche urticanti. La nave è stata assaltata da truppe israeliane, i suo equipaggio portato via, arrestato, rapito, il tutto in acque internazionali.
Siamo oltre un mondo distopico, benvenuti nella fantarealtà. Il nostro ministro degli esteri Tajani ha commentato l’evento come risultato di una provocazione politica da parte della Flottilla.
Aspetto con ansia il prossimo giovedì 12 giugno, quando ci sarà un gigantesco raduno a Rafah, unica porta di ingresso egiziana per portare aiuti umanitari nella oramai agonizzante Striscia di Gaza.
Portata storica questa pressione popolare globale sui governi del mondo per fermare il genocidio. Per Israele è ormai la fine della sua credibilità. Il problema è che non può tornare indietro, non può ammettere il genocidio, la morte di più di 60.000 persone, il ferimento di 115.000 persone, la privazione di cibo acqua e medicine a un’intera popolazione, l’annientamento di quasi la totalità dell’abitato di Gaza.
E poi sarà difficile convertire quell’odio insano per il mondo arabo che il governo israeliano ha instillato in ogni suo abitante.