Società

San Marco Argentano, l’ufficio protesi chiude per pensionamento: “Lasciate un numero, vi richiameremo”

In Calabria, la sanità continua a vivere una delle sue fasi più critiche, tra carenze strutturali e gestionali. L’ultimo caso arriva da San Marco Argentano, in provincia di Cosenza, dove l’ufficio che si occupa di ausili e protesi ha interrotto ogni attività, lasciando gli utenti senza assistenza. Il motivo? I due dipendenti sono andati in pensione e nessuno è stato incaricato di prenderne il posto.

Il cartello che denuncia un paradosso
A denunciare la situazione è stato un giovane cittadino di Sant’Agata di Esaro, Marco Iovino ( in foto), che ha documentato tutto in un video pubblicato sui social. Recatosi presso i locali dell’ex ospedale “Pasteur” – struttura che da anni attende una riconversione, tra annunci di “Casa della Salute” e “Casa di Comunità” – il giovane ha scoperto che l’ufficio protesi è chiuso. Sulla porta, un avviso spiega che il servizio è sospeso in attesa di sostituzione del personale andato in pensione.

La beffa della burocrazia
Oltre al disagio per i cittadini, c’è un ulteriore elemento che ha sollevato indignazione: agli utenti viene chiesto di lasciare i propri dati personali a un’associazione di volontariato presente nei locali. “Al fine di contenere il disagio dell’utenza – si legge nell’avviso – viene attivato un registro per raccogliere un recapito telefonico, così da poter essere richiamati quando l’ufficio tornerà operativo”. Un metodo che solleva dubbi non solo sull’efficacia, ma anche sulla tutela della privacy.

Una crisi annunciata e ignorata
La vicenda, secondo quanto emerso, non sarebbe nuova. Il problema era noto almeno da aprile, come confermato dalla sindaca Virginia Mariotti: «La direzione dell’Asp è stata informata già due mesi fa. Ho rinnovato la segnalazione pochi giorni fa, chiedendo anche un incontro urgente al direttore Graziano». Eppure, nulla è stato fatto.

Nel frattempo, cittadini e pazienti si ritrovano privati di un servizio essenziale, come raccontano numerosi commenti apparsi online, che confermano una situazione di stallo da settimane. Chi ha bisogno di presidi medici resta senza risposte, mentre l’ufficio rimane chiuso a tempo indefinito.

L’appello del Comitato per il Diritto alla Salute
A intervenire è anche il Comitato per il Diritto alla Salute della Valle dell’Esaro, che sottolinea l’assurdità della vicenda: «Il pensionamento non è un imprevisto ma un evento prevedibile. Trasformarlo in emergenza è il frutto di una gestione miope e irresponsabile. Questa non è una fatalità, è una scelta politica». Il comitato ha annunciato un’assemblea pubblica per il prossimo 21 giugno a San Marco Argentano, con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini e sollecitare un’azione concreta da parte delle istituzioni.

Una gestione che lascia perplessi
Resta una domanda fondamentale: è davvero così difficile garantire la continuità di un servizio vitale con una sostituzione provvisoria, magari da personale di altre sedi? La mancata programmazione da parte dell’Asp di Cosenza non solo ha creato un grave disservizio, ma rischia di configurare un’interruzione di pubblico servizio. La raccolta dei dati sensibili da parte di volontari, inoltre, espone l’ente a possibili violazioni normative.

Nel frattempo, l’amara realtà è sotto gli occhi di tutti: per ottenere ciò che spetta per diritto, ai cittadini calabresi non resta che scrivere il proprio numero e sperare in una chiamata futura. Un’immagine che descrive meglio di mille parole la condizione della sanità in questa regione.