Cultura

Andrée Ruth Shammah torna a Testori con “La Maria Brasca”

14 – 15 maggio, ore 21 | Teatro Era, Pontedera
16 – 19 maggio | Teatro della Pergola, Firenze
(giovedì, venerdì, sabato, ore 21; domenica, ore 16)
Marina Rocco in
LA MARIA BRASCA
di Giovanni Testori
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Daniela Verdenelli
luci Oscar Frosio
musiche Fiorenzo Carpi
riallestimento a cura di
Albertino Accalai per la scena
Simona Dondoni per i costumi
produzione Teatro Franco Parenti, Teatro della Toscana
Durata: 2h, intervallo compreso.

Andrée Ruth Shammah torna a Giovanni Testori e rimette in scena La Maria Brasca, con
protagonista Marina Rocco, al Teatro Era di Pontedera il 14 e 15 maggio, al Teatro della
Pergola di Firenze dal 16 al 19 maggio.
Una storia al femminile disegnata negli anni ‘60 con efficace realismo sociale, che è anche
un ritratto indelebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai
davanti a “sta bestiata che è il mondo”.
In scena, al fianco di Marina Rocco, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai. La
produzione è Teatro Franco Parenti, Teatro della Toscana.
Viva e moderna nella lettura di Andrée Ruth Shammah, la Maria Brasca è un personaggio
femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e
l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere
con grande fiducia nel futuro.
Fa la calzettaia la Maria Brasca a Milano, in una fabbrica di Niguarda, e fa l’amore, con qualche
scandalo per la gente, come gli uomini: senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di un
ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone, che la fa impazzire di passione.
Alla Maria Brasca non importa se Romeo la tradisce. Lei sa che quello per Romeo è un amore
definitivo e lo difende come una tigre, perché vuole da lui cose definitive.

Appunti… per godersi alcuni dettagli
La prima Maria Brasca di Giovanni Testori è stata Franca Valeri nel marzo 1960. Trent’anni dopo
Adriana Asti ha debuttato come Maria Brasca, con la mia regia, proprio dinanzi a lei. Alla prima di
Milano, infatti, erano presenti entrambe: Adriana sul palco e Franca in prima fila. Adriana è scesa
dal palco e nel parlare all’amica Giuseppa – un personaggio presente nella prima messa in scena
del ‘60 – si è rivolta a Franca. Era un modo per creare un passaggio di testimone tra le due attrici e
le due messe in scena.
Oggi, a distanza di altri trent’anni, questa importante eredità passa a Marina Rocco. Per questo, ad
aprire lo spettacolo è la voce di Adriana Asti, che canta la meravigliosa canzone Quella cosa in
Lombardia, musiche di Fiorenzo Carpi e testo di Franco Fortini. Marina, riccioli biondi, labbra che si
sposano con il timbro di una voce ferma, ma tanto tanto attraente, la ascolta, sorride e manda un
bacio, segno tangibile di un legame intangibile, proprio come quello di tanti anni prima tra Adriana
e Franca.
Quando si ha il privilegio di partire da qualcosa che è già stato fatto e poterci dedicare un po’ di
tempo, è possibile dare un senso a quello che per me vuol dire far vivere uno spettacolo. Tanti altri
pensieri si affollano nella mia mente mentre scrivo questi appunti. Vorrei prendermi un tempo,
dopo il debutto, per affrontarli questi pensieri, perché mi sembra che forse proprio lì troverò il
mistero e il senso stesso del fare teatro.
Con Adriana Asti la Brasca, più volte ripresa in diverse stagioni, ha fatto più di 300 repliche. Oggi,
guardando Marina Rocco interpretare l’incantevole limpidezza del modo d’essere e ragionare di
Maria, vedendola così vibrante d’infanzia, di severità sensuale, di quel fascino che l’avvolge senza
che lei faccia il minimo sforzo, mi sembra sia rinato per avere una nuova, lunga vita.
Presenze assenti
Nel testo originale di Giovanni Testori c’è un personaggio che si chiama Giuseppa, un’amica con la
quale la Maria Brasca parla e si confida. Nel mio adattamento questo personaggio non è in scena,
l’ho tagliato, così come ho tagliato la telefonata con il Signor Gino (d’accordo con Testori) e la
Brasca parla con sé stessa, come se in fondo sapesse già tutto e, sorprendendo il pubblico,
l’amica Giuseppa diventa una tra le spettatrici delle prime file.
Per questa edizione è anche nato un personaggio che noi chiamiamo Amilcare (nome presente
nell’Arialda). È un po’ uno di questi disperati che gira intorno al cortile di casa Scotti, canta, suona
la tromba e urla “voglio morire”, con la voce di Giovanni Testori.
La canzone che Amilcare canta è di Franco Parenti ed è la sua voce che sentiamo. L’inserto
musicale della tromba è una composizione di Fiorenzo Carpi realizzata per la messa in scena di un
altro testo di Testori, un brano mai usato, qui utilizzato non come commento dentro a una scena,
ma come un’azione di Amilcare, come se lui fosse lì presente con noi.
C’è un’altra voce all’inizio, a sipario chiuso: quella di Adriana Asti che è stata la mia Maria Brasca
trent’anni fa.

“Presenze assenti”, che non si vedono, ma ci sono.
C’è poi uno spazzino che, con la sua scopa che si rompe in continuazione, sistema le foglie morte
sul palcoscenico. Tragico e comico si toccano. Una piccola sosta divertente, ma che ha un ruolo
malinconicamente poetico.
Il treno che passa… una presenza importante. Casa Testori si trova di fronte ai binari ferroviari, ne I
segreti di Milano la Gilda del Mac Mahon vuole buttarsi sulle rotaie di un treno.
Scandire con degli intermezzi il tempo che passa, facilitare i cambi di scena, o rendere più
comprensibili certi passaggi, sono una necessità pratica ed è questo quello che io intendo quando
parlo di artigianato teatrale. Molte cose nascono da una necessità, ma poi diventano altro, in
questo caso sono diventate racconto di solitudini.
Si apre, intorno alla Brasca, un piccolo mondo di personaggi e nel confronto con loro emerge la
sua carica di vita, la sua opposizione alla solitudine, le malinconie, le scope che si rompono e
Amilcare che vuole buttarsi dalla finestra.

Andrée Ruth Shammah
TEATRO ERA
Biglietti
Intero € 20
Ridotto (over 65, soci Unicoop Firenze,
convenzioni) € 18
Ridotto (under 30) € 15
Ridotto (TTYoung Card) € 12
Dove acquistare
La biglietteria è aperta dal lunedì al sabato, ore 15
– 19
È possibile acquistare i biglietti di tutti gli
spettacoli della stagione durante le serate di
spettacolo presso la biglietteria.
0587.213988
biglietteriaera@teatrodellatoscana.it
Online su teatrodellatoscana.vivaticket.it e nei
punti vendita Vivaticket
I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di
prevendita.
Gli abbonati al Teatro della Toscana hanno diritto
al biglietto ridotto.
Consulta le convenzioni aggiornate su
www.teatrodellatoscana.it

TEATRO DELLA PERGOLA
Biglietti
Platea € 35 – Palco € 29 – Galleria € 19
Ridotto over 65, convenzioni
Platea € 32 – Palco € 26 – Galleria € 17
Ridotto soci Unicoop Firenze
Platea € 30 – Palco € 24 – Galleria € 17
Ridotto under30 e abbonati
Platea € 28 – Palco € 22 – Galleria € 17

I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di
prevendita.
Le riduzioni over 65 e under 30 sono valide per le
recite dal martedì al sabato.
La riduzione soci Unicoop Firenze è valida per le
recite di mercoledì e giovedì.
Gli abbonati al Teatro della Toscana hanno diritto
al biglietto ridotto.
Convenzioni aggiornate sul sito
www.teatrodellatoscana.it
Dove acquistare
Biglietteria del Teatro della Pergola, via della
Pergola n. 30 Firenze
Dal lunedì al sabato (ore 10 – 20) e in occasione
degli spettacoli (da 1 ora prima dell’inizio della
recita). 
tel. 055.0763333 
email. biglietteria@teatrodellapergola.com
Punti vendita Vivaticket
È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli.
Trova il punto vendita più vicino a te
su www.vivaticket.it
Online
È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli su
teatrodellatoscana.vivaticket.it