Cultura

One Life, narrazione di una storia vera

di Paola Palumbo

Raccontare l’accoglienza non è facile. Non basta prendere un po’ di buonsenso e trovare un essere umano che abbia saputo usarlo.

One Life è una storia vera che in molti conoscono, portarla sul grande schermo in questo momento è cruciale.

I nazionalismi esplodono di nuovo dappertutto a livello mondiale, e il film ha molte analogie con tanti degli eventi che in questi anni stanno deflagrando l’umanità.

La storia inizia dal 1938 anno in cui Hitler inizia la sua conquista dell’est Europa, entrando nei territori cecoslovacchi.

Molte famiglie si rifugeranno a Praga, ed è qui che entra in scena il nostro uomo, una persona del tutto comune a tanti altri, ma che sente come una necessità il bisogno di esserci e aiutare in un momento in cui il mondo sembra aver perso la bussola.

Nicholas Winton, magistrale Anthony Hopkins nella versione anziana, è un inglese che decide di raggiungere ed aiutare un amico che fa parte del Comitato britannico per i rifugiati. Giunto a Praga, si rende subito conto che l’emergenza è forte perché la maggior parte dei profughi sono soprattutto bambini, tanti.

Il film diventa quindi la narrazione di un evento speciale, che vede impegnati giovani uomini e donne per un unico scopo comune, salvare delle persone da un’emergenza.

Il regista porta dentro le stanze della memoria di un vecchio Nicholas, che del suo gesto e del suo impegno civile non ha fatto réclame, ma un album fotografico che tiene gelosamente nascosto in una vecchia cartella di cuoio. Si alternano scene del passato con lui giovane che, supportato dalla madre Helena Bonham Carter, convince l’ufficio dell’immigrazione inglese ad approvare i visti dei bambini, e con otto treni ne salva 669.

Con le sue liste e le foto ci ricorda sempre la cosa più agghiacciante che accade in questi casi. Per quanto si possa pensare di essere individui singoli nella propria unicità, quando si è parte di una guerra, un genocidio, un atto discriminatorio, non si diventa nient’altro che un numero.

La cosa più bella che si porta a casa, dopo la visione, è proprio che Nicholas Winton con il suo gesto non vedeva numeri ma persone, che oggi grazie a lui sono ancora qui in mezzo a noi.#JamesHawes#onelife#AnthonyHopkins#nicholaswinton