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L’arte non può essere motivo di punizione

Il Rinascimento italiano tra contemplazione del vero, del bello e libertà di pensiero. Centralità dell’uomo e finti perbenismi contemporanei.

L’episodio di una preside di un istituto scolastico americano che è stata licenziata, pochi giorni orsono, per aver mostrato ai suoi studenti un’immagine del David di Michelangelo, ci pone difronte ad una profonda riflessione.

L’opera scultorea di assoluta bellezza e veridicità, databile al principio del 1500 e plasmata da uno dei maestri e protagonisti del Rinascimento Italiano, è stata ritenuta, da un gruppo di genitori americani, un’opera “eccessiva”, per la sua nudità, da mostrare ai giovani studenti della scuola dello Stato della Florida.

E così, mentre in Italia si sensibilizza la scuola e l’opinione pubblica ad avvicinare alla conoscenza e alla pratica della storia dell’arte, discenti già dalla scuola dell’infanzia, al fine di permeare le loro vite di una sensibilità e di uno spirito critico, in altre zone del mondo ci si scontra con regolamenti scolastici molto rigidi e perbenismi di dubbia origine psicologica, pedagogica e/o religiosa.

L’Italia ha tutte le ragioni per rivendicare, con fierezze, il ruolo avuto quale culla del Rinascimento seppure si trovava, rispetto al resto dell’Europa, ingabbiata in una realtà politica composta di piccoli stati frazionati e in lotta tra loro.

Il Rinascimento si affermò in un periodo storico di grandi stravolgimenti: in Europa nascevano le monarche nazionali di Francia, Spagna e Inghilterra, Colombo sbarcava in America mentre in Germania si faceva strada la riforma protestante di Martin Lutero che avrebbe cambiato il volto della Chiesa.

Molti storici considerano il Rinascimento il punto di passaggio tra il Medioevo e l’età Moderna insieme alla scoperta delle Americhe, ragion per cui proprio il Nuovo Continente dovrebbe trovare in questo movimento le sue origini e il punto di partenza per la sua storia artistica, filosofica e letteraria.

L’Italia e l’Europa ancora oggi respirano e sono promotrici di una produzione artistica di eleganza e leggiadria rinascimentali: l’uomo del tempo aveva deciso, infatti, che fosse giunto il momento di riappropriarsi delle proprie scelte e del proprio destino, sfruttando il suo enorme potenziale.

È proprio a questo infinito potenziale umano che ogni insegnante, in piena libertà, dovrebbe rifarsi, nell’intento di trasferire ai propri studenti la capacità di contemplare bellezza, vero, spiritualità, anatomia, perfezione e ogni forma di opera d’arte che l’universo mette a disposizione attraverso le capacità dell’uomo. 

Sicuramente il nostro continente può vantare una maggiore abitudine al vero e al bello che ci circonda dai tempi dell’arte classica greco-romana, ma tutto il mondo dovrebbe sviluppare il potenziale dell’uomo creatore di arte, letteratura, poesia e conoscenza.

La preside americana – probabilmente –  non immaginava un tale riscontro mediatico per il suo licenziamento, magari dovuto anche ad altre ragioni (si spera!) che non possono riferirsi solo all’aver mostrato l’immagine di un’ opera d’arte, ma la libertà di tutti coloro che educano all’arte e alla poesia come valori, già così lontani dalle giovani generazioni, va sostenuta senza se e senza ma!