di Sylvie Freddi
Tutti gli studenti internazionali che studiano ad Harvard e tutti i ricercatori che hanno un visto J1, per mantenere il loro status di nonimmigrant sono obbligati, per l’anno 2025/2026, a cambiare università. Tutto ciò coinvolge circa settemila studenti. Kristi Noem Segretaria del Dipartmento of Homeland Security accusa Harvard di: “fostering violence, antisemitism and coordinating with the Chinese Communist Party on its campus.”
Questa è solo l’ultima azione dell’amministrazione Trump contro le istituzioni che ancora gli tengono testa. E Harvard con il suo rettore Garber ci sta provando con tutte le forze pur di mantenere il suo spirito libero. L’università non si è piegata quando Trump ha minacciato di congelare i fondi federali che sovvenzionavano le sue ricerche. L’università avrebbe dovuto riorientare le sue priorità eliminando le inclinazioni liberali, inasprendo le misure disciplinari e ricostruendo la composizione degli organi studenteschi e docenti. Ma Harvard non l’ha voluto fare e Trump ha congelato i fondi.
Con i visti negati agli studenti stranieri di Harvard, il governo dà un’altro duro colpo a questa importante istituzione. E’ la prima volta nella storia americana che accade un fatto del genere, ma Trump è il re delle prime volte, finora gli organismi democratici americani erano riusciti a mantenere la politica entro termini di decenza. Trump ha scavalcato tutte le leggi, quelle del buon senso e quelle giuridiche, portando il suo paese, finora icona della democrazia, verso un caos politico-giuridico-economico-sociale dal quale sarà difficile che si rialzi.
Attaccare con il ricatto la libertà di pensiero delle Università è un pericolosissimo atto di regime.
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