Il caso Almasri scuote il dibattito politico e porta le opposizioni a chiedere un confronto urgente in Parlamento. Dopo la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dai ministri Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e dal sottosegretario Alfredo Mantovano, per l’espulsione del capo della polizia giudiziaria libica accusato di torture, le forze di minoranza chiedono spiegazioni immediate.
La segretaria del PD Elly Schlein insiste affinché Meloni riferisca personalmente: “Non si nasconda dietro i ministri, venga in Aula a spiegare al Paese perché ha scelto di riaccompagnare in Libia un torturatore ricercato dalla Corte penale internazionale”.
Anche Giuseppe Conte, leader del M5S, critica la gestione del governo: “La solita strategia di complottismo e vittimismo per non parlare dei veri problemi dei cittadini”.
I capigruppo di opposizione alla Camera, da Chiara Braga (Pd) a Matteo Richetti (Azione), hanno inviato una lettera al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana, chiedendo la convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo: “Serve un confronto chiaro e trasparente su una vicenda grave che non può essere elusa”.
Il Senato ha sospeso i lavori fino al 4 febbraio su pressione delle minoranze. “Non andremo avanti finché il governo non chiarirà i contorni di questa vicenda”, ha dichiarato Francesco Boccia del PD.
L’opposizione contesta anche il rifiuto del governo di fornire un’informativa urgente, criticando il comportamento della premier, che in un video avrebbe attaccato la magistratura: “Meloni deve dire la verità, non ha ricevuto un semplice avviso di garanzia”, ha affermato Stefano Patuanelli (M5S).
Peppe De Cristofaro (Avs) ha parlato di un “governo sotto ricatto dei libici”, mentre Enrico Borghi di Italia Viva ha definito “intollerabile” il rifiuto del confronto: “Mai visto un governo sottrarsi al dibattito su questioni giudiziarie di questa portata”.
Intanto, secondo quanto si apprende, Giorgia Meloni, insieme ai ministri Piantedosi e Nordio e al sottosegretario Mantovano, ha deciso congiuntamente di nominare come unico legale l’avvocato Giulia Bongiorno. Una scelta che, spiegano fonti di Palazzo Chigi, “sottolinea la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa”.
Le opposizioni restano compatte nel chiedere alla premier di chiarire una vicenda che considerano non solo giudiziaria, ma soprattutto politica, con risvolti potenzialmente gravi per la credibilità del governo italiano.
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