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L’Inter conquista la seconda stella

E tricolore fu. Il triplice fischio dell’arbitro al termine del derby scatena la festa interista in un Meazza rossonero completamente attonito, amareggiato dalla prestazione di un Milan senza motivazione e reduce da una pesante eliminazione in Europa League per mano della Roma. Come ribadito anche da Stefano Pioli, la distanza in classifica tra le due squadre rispecchia la diversa forma fisica delle stesse, la differente visione di gioco e la mancata costanza nei risultati. D’altronde l’Inter ha dominato il campionato e sin dall’inizio del campionato ha chiarito le proprie intenzioni: la conquista della seconda stella. Quella che agli uomini di Inzaghi fu  strappata  2 anni fa proprio dagli stessi cugini rossoneri nell’ultima giornata del campionato 2021-2022 a Sassuolo che consegnò il 19esimo titolo nazionale al Milan.

L’Inter è una squadra compatta latu sensu, sia dentro che fuori dal campo, costruita in modo da rendere tutti partecipi di un gioco stellare, capace di divertire per la sua fluidità e la sua organizzazione in ogni fase della partita. Una cosa certa è che la difesa è  uno dei punti di forza di questa squadra. Quasi mai schiacciata su sè stessa, mobile, primo punto di partenza in fase di impostazione, proiettata in attacco dove le incursioni di Bastoni e Pavard hanno impensierito, e non poco, gli avversari. La catena di montaggio della squadra di Inzaghi può contare su un centrocampo tra i migliori d’Europa. Il trio Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan rappresentano tre elementi di cui Simone Inzaghi non può fare a meno. Senza dimenticare Davide Frattesi, arrivato la scorsa estate  dal Sassuolo e degno di menzione per la capacità di saper attendere e farsi trovare pronto al momento giusto. I gol pesantissimi contro il Verona e, in ultimo contro l’Udinese,  dimostrano perfettamente le qualità indiscutibili di questa giovane promessa della nazionale Italiana.

Sulle fasce, il Biscione é incontenibile. Non si può immaginare un Inter senza la velocità di Federico Dimarco a sinistra e Darmian a destra. I due corrono molto, si spendono per la squadra sia quando si attacca, sia in fase difensiva. Infine la vera novità di quest’anno. Dopo il contestassimo addio di Lukaku e il successivo approdo alla Roma, è Marcus Thuram ad aver conquistato il cuore degli interisti. In attacco la “ Thu-La “ è una macchina da goal spietata, capace di trainare la squadra sopratutto nei momenti più difficili, quando le partite si complicano e l’asticella del morale cala a picco.

Non c’è uno schema in cui inquadrare questa squadra. Semplicemente sa adattarsi all’ avversario. Emblematico è il goal del pareggio di Lautaro nell’1-1 di Torino con la Juventus. Un’azione costruita coast to coast a destra a seguito delle disattenzioni difensive bianconere: Sommer a Dumfries che allunga su Barella che lancia in corsa  Thuram per il cross decisivo per il capitano Martinez.

Attualmente i neo campioni d’Italia hanno segnato più di tutti e subìto meno di tutti. Ma dietro questa macchina quasi perfetta, si nasconde l’instancabile lavoro di una dirigenza attenta, lungimirante e sempre presente. Zhang, Marotta, Ausilio sono solo alcuni di coloro che hanno gettato le basi di questo ciclo vincente. Basti pensare ai due rinforzi di alta qualità  che arriveranno a parametro zero la prossima stagione: Taremi e Zielinski .

La domanda sorge spontanea: “È veramente solo l’inizio di un dominio nerazzurro volto alla conquista  della coppa dalle grandi orecchie? Ai posteri l’ardua sentenza”.

Foto copertina: www.pixabay.com