Cultura Società

La “crociata” di Pioltello

“Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”. (Iqbal Masih)

Attentati terroristici, guerre, cattive notizie, scontri politici e religiosi tra cui quello sul caso della scuola Iqbal Masih di Pioltello che ha deciso di chiudere nel giorno della festa di fine Ramadan, il 10 aprile. Il fatto che sia stata creata una specie di crociata ha complicato la vita a preside, sindaco e alla comunità di Pioltello che si è ritrovata tutto ad un tratto in pasto ai più beceri commenti soprattutto da parte di coloro che la Scuola, intesa come Istituzione, fanno finta di conoscerla, ma non amano o non vogliono frequentarla nella sua complessità.

E pensare che a definire una specie di “Crociata” l’accanimento mediatico e politico verso la scuola dell’hinterland milanese sia stato proprio l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, testimone di pace e di fratellanza tra i popoli, deve farci ulteriormente riflettere su questo argomento e sui giudizi affrettati e parziali che le parti politiche hanno emesso senza neanche approfondire i temi di legislazione scolastica che sottendono la decisione legittima dell’Istituto in questione.

Le ragioni di chiusura per il giorno di Eid-El-Fitr sono esclusivamente didattiche, essendo l’utenza della scuola per il 43 per cento di origine straniera e in larga prevalenza di fede islamica, motivo per cui le classi tendevano a svuotarsi nel giorno della festività. Il consiglio di Istituto, formato da preside, docenti, genitori e personale scolastico aveva deciso il calendario scolastico già al termine dello scorso anno non destando alcun sospetto, ma in seguito alle contestazioni degli ispettori dell’Usr Lombardia inviate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, la scuola ha provveduto a specificare che la chiusura non includeva né l’introduzione di nuove festività né tantomeno la volontà di svolgere meno giorni scolastici dei 200 previsti dalla normativa.

Particolare clamore hanno destato le idee espresse dal leader della Lega, nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che ha rilanciato una proposta che aveva già fatto alcuni anni orsono, cioè stabilire, per legge, che gli alunni stranieri in una classe non possano essere più del 20 per cento del totale per non inficiare l’andamento didattico degli alunni italiani. In realtà un limite per il numero degli alunni stranieri a scuola è in vigore già dal 2010 quando, l’allora ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, firmò una circolare in base alla quale il numero di alunni stranieri con una «ridotta conoscenza della lingua italiana» non avrebbe dovuto superare il 30 per cento degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola.

Quindi ormai da 14 anni stabilire un tetto del 30 per cento di alunni stranieri per classe è considerato un modo utile per favorire l’integrazione, perché grazie a questo limite si evita la formazione di “classi ghetto” formate di soli alunni stranieri.

Il problema da analizzare sta però a monte di questa punta di iceberg che affiora. I flussi migratori che interessano l’Europa e l’Italia in particolare devono essere studiati anche in relazione alle capacità delle diverse regioni di accogliere i nuovi arrivati.

Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna presentano picchi migratori più intensi per cui le necessità in organico dovrebbero essere riviste a fronte di questa realtà. Fornire alle scuole un numero congruo di insegnanti di italiano, magari specializzati nell’insegnamento agli alunni stranieri, sarebbe auspicabile così come integrare anche le famiglie degli alunni stranieri in questo progetto. In tal modo si potrebbe evitare quel dualismo linguistico casa- scuola che tanti bambini e ragazzi vivono quotidianamente e che non aiuta l’arricchimento reciproco di una società che cresce nel rispetto e nella pluralità.

Oggi, nel giorno della “nostra” Santa Pasqua di Resurrezione, ricordiamoci di Iqbal Masih a cui la scuola di Pioltello è, non a caso, dedicata.

Foto da https://lnx.icsiqbalmasih.edu.it

Il 16 aprile 1995, domenica di Pasqua, Iqbal Masih viene falciato da una raffica di proiettili mentre sta andando alla messa in bicicletta insieme a due cugini. Fu una ritorsione della locale “mafia dei tappeti”, minacciata nei propri affari dall’attivismo di un bambino divenuto il simbolo della lotta al lavoro minorile in tutto il mondo.

Foto copertina da sito IC Iqbal Masih di Pioltello