Il giusto epilogo nella vicenda della preside licenziata per aver mostrato ai suoi studenti la nudità del David di Michelangelo.
Accade a volte che il mondo imbocchi la strada giusta.
Alcune settimane fa, Hope Carrasquilla, preside di una scuola di studi classici in Florida, è stata licenziata per aver mostrato la nudità del David di Michelangelo ai suoi studenti in una lezione dedicata al Rinascimento, lezione che aveva provocato la reazione negativa di alcuni genitori; a tale evento avevo dedicato un mio precedente articolo, inorridita dall’idea che un’opera d’arte di tale importanza potesse essere considerata in qualche modo controversa.
La notizia è rimbalzata su tutti i giornali e le televisioni del mondo a tal punto che il sindaco della città di Firenze aveva pubblicamente invitato la docente a visitare Firenze con tutte le sue bellezze artistiche.
Solo pochi giorni fa la preside Carrasquilla, che ha accettato l’invito, si è recata in Italia con tutta la sua famiglia e i suoi anziani genitori, è stata ricevuta a Palazzo Vecchio dal sindaco Nardella che le ha consegnato una pergamena “per il suo impegno nell’educazione delle giovani generazioni alla bellezza e all’armonia attraverso l’arte”.
La preside ha avuto modo di visitare la città e respirare l’arte e la bellezza che si possono vedere e toccare in ogni angolo e in ogni piazza. Proprio questa tangibilità commovente riporta ai valori del Rinascimento che si identificano nell’apertura, nella comprensione e nel dialogo verso il cambiamento, senza timori che oscurino la capacità critica e dell’apprendimento.
La stessa docente ha anche affermato di aver già trovato una nuova occupazione, come consulente, presso un’altra scuola di studi classici in Florida a dimostrazione che non tutte le scuole soffrono di queste dinamiche “autodistruttive”.
Il David è un capolavoro, il simbolo stesso della cultura rinascimentale, la sua purezza e nudità mettono l’uomo al centro dell’attenzione, la sua innocenza è da leggere come simbolo della vittoria del bene sul male.
Questa vicenda lascia alcuni spunti di riflessione importanti: primo fra tutti il delicato rapporto tra genitori e docenti che, nelle nostre società, sembra aver preso la conformazione di una lotta tra fazioni opposte piuttosto che l’alternarsi di stili educativi che cooperano e collaborano al fine di formare menti e persone culturalmente e spiritualmente ricche e autonome.
Strettamente legato a questo rapporto distonico, sottende un atteggiamento di “censura” che alcune persone sembrano voler arrogarsi, decidendo cosa sia giusto mostrare, leggere, guardare in base a valori del tutto personali.
L’arte e l’insegnamento devono avere libera espressione per poter raggiungere il loro fine ultimo: educare e crescere le nuove generazioni nel segno dei valori positivi, affinché possano ampliare le loro conoscenze e regalare nuova linfa vitale al mondo.