L’ennesimo atto di barbarie istituzionale della bestia ferita, che graffia e morde con l’obiettivo di “annientare” il nemico/pericolo, è iniziato da parte della destra fascista di governo che non avendo “armi” democratiche in mano, le prova tutte per annientare chi non la pensa come lei.
L’attacco frontale, inquietante e ignobile verso Antonio Decaro, Sindaco antimafia di Bari, rappresenta quanto di più basso, in termini di confronto politico (che tale non è, ovviamente) ci si potesse aspettare da parte di quelli che avrebbero dovuto essere gli avversari politici.
Non i denigratori di una persona che ha speso la propria vita a combattere la criminalità organizzata barese e pugliese. Il profilarsi, molto probabile, dell’ennesima sconfitta a livello locale di un centro destra con quotazioni al ribasso, e in una città importante come Bari, ha evidentemente scatenato l’ira violenta e vendicativa del ministro Fitto, da troppo tempo lontano, probabilmente, dagli “affari” cittadini pugliesi, e del “Fido”, all’occorrenza di tutti, ministro dell’Interno Piantedosi che con fare strategico, a un paio di mesi dal voto per il rinnovo del Consiglio comunale del capoluogo Japigio, ha predisposto una Commissione di accesso per verificare eventuali infiltrazioni mafiose in capo alla giunta e alla maggioranza di centro sinistra guidata, appunto, da Antonio Decaro. Ma tutto questo, ne siamo consapevoli e assolutamente certi, non farà altro che rafforzare proprio l’immagine onesta del Sindaco Antonio Decaro, uomo del popolo, barese doc e persona di un’onestà senza pari. Le sue lacrime alla conferenza stampa successiva alla notizia proveniente dal Viminale sono state sentite e sincere perché a uno che da nove anni vive sotto scorta con la famiglia blindata, questo “atto di guerra” come lui stesso lo ha definito, fa male e non avrebbe bisogno di essere commentato. Antonio Decaro – è bene ricordarlo – è sotto scorta non perché è sindaco di Bari ed è raccomandato; è sotto scorta perché da quando si è insediato (in realtà già da prima), il suo unico obiettivo è stato quello di ripulire, liberare e “derattizzare” la sua Città da quella delinquenza che per tanti anni, molti anni, aveva relegato la città ad essere additata come una delle tante città del Meridione d’Italia con molta criminalità organizzata e invivibile, soprattutto per la gente onesta. No, Bari in nove anni di governo Decaro è diventata una città solare, pulita, libera, con un ampio respiro internazionale, spesso senza pari, affollata di turisti e con una progressione in termini di occupazione senza precedenti. Il cupo centro storico, Bari Vecchia, con la splendida cattedrale di San Nicola e non solo, fino a qualche anno fa controllato financo negli accessi dai clan locali, è diventato, sotto la guida di Antonio Decaro un luogo di una bellezza per il corpo e per lo spirito che, oggi, qualcuno, in modo subdolo e vigliacco, tenta di distruggere. Ma i baresi sanno bene che così non è, che la verità vera è altra. I baresi conoscono il proprio sindaco e lo stimano, lo apprezzano e lo rispettano. I baresi vogliono bene alla propria Città, e sapranno distinguere il sole che nasce di fronte a loro da quella cupezza e da quella tristezza che qualcuno sta tentando di ripristinare. Per questo hanno sostenuto e sostengono, soprattutto in questo particolare momento, l’ingegnere del popolo, Antonio Decaro, il sindaco antimafia della Bari rinata.
Foto copertina da profilo Facebook Antonio Decaro