Con l’estate che entra nel vivo, torna in Italia l’allarme per il virus West Nile (WNV), trasmesso all’uomo dalla puntura di zanzare infette, in particolare la Culex pipiens, la comune zanzara notturna. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sono oltre 60 i casi accertati da inizio stagione, con una concentrazione particolare nelle regioni del Nord – Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte – ma un focolaio preoccupante si è acceso anche nel Lazio, in particolare nella provincia di Latina, dove si contano sette casi confermati e un decesso.
Il virus, scoperto in Uganda nel 1937, è oggi presente stabilmente in Europa. In Italia, ormai, non si tratta più di un fenomeno esotico o importato, ma di una malattia endemica, che si ripresenta puntualmente ogni estate. Nel 2022 si era raggiunto un picco record con oltre 600 contagi, e il 2025 sembra purtroppo avviato su una traiettoria simile.
Il caso Lazio: sorveglianza rafforzata dopo i primi morti
A Latina, dove si è registrata la prima vittima dell’anno – un’anziana di 82 anni –, gli esperti lanciano l’allarme. “I casi individuati rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico”, avverte Miriam Lichtner, infettivologa della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). “Occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio”.
La Regione Lazio ha già avviato disinfestazioni straordinarie nei Comuni colpiti e attivato un monitoraggio degli insetti vettori. Intanto l’ASL di Latina ha costituito una task force aziendale per la gestione dell’emergenza e sta coordinando un tavolo tecnico con tutte le istituzioni locali coinvolte. “La rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia, è già attiva”, ha ricordato Emanuele Nicastri, direttore del reparto di Malattie infettive ad alta intensità dello Spallanzani. Proprio oggi si tiene un vertice con tutti i reparti di infettivologia e pronto soccorso del Lazio, con l’avvio di una formazione specifica per i sanitari.
Dei sette casi confermati, quattro pazienti sono in miglioramento, mentre due restano gravi, uno dei quali in terapia intensiva con supporto ventilatorio. I sanitari parlano di una risposta “rapida e organizzata”, ma sottolineano che è fondamentale il contributo attivo della cittadinanza.
Come si trasmette il virus
Il West Nile virus non si trasmette da persona a persona. La trasmissione avviene tramite la puntura di zanzare infette, che contraggono il virus nutrendosi del sangue di uccelli selvatici portatori. Gli uccelli migratori giocano un ruolo chiave nella diffusione geografica del virus. Altri animali che possono essere infettati, pur senza trasmettere la malattia, sono cavalli e uomini.
In rarissimi casi, il virus può essere trasmesso anche tramite trasfusioni, trapianti e, più di rado, dalla madre al feto o attraverso il latte materno.
Sintomi e rischi: quando preoccuparsi?
Nella maggior parte dei casi (circa l’80%) l’infezione è asintomatica e si risolve spontaneamente. Un 20% dei pazienti può sviluppare sintomi lievi simili a quelli influenzali: febbre, mal di testa, nausea, dolori muscolari, linfonodi ingrossati, talvolta sfoghi cutanei.
Tuttavia, circa 1 contagiato su 150 può sviluppare una forma neuro-invasiva che può provocare encefalite, meningite, disorientamento, paralisi e coma. I soggetti più a rischio sono anziani, immunodepressi e persone con patologie croniche. “Il virus oggi è una realtà con cui dobbiamo convivere – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco – ma possiamo limitarne l’impatto agendo sulla prevenzione. Non esistono vaccini né terapie specifiche, quindi il controllo del vettore – la zanzara – è l’unico strumento efficace”.
Cosa possono fare i cittadini
Le autorità sanitarie nazionali e regionali raccomandano alla popolazione misure di protezione personale per ridurre al minimo il rischio di essere punti:
- Eliminare i ristagni d’acqua (vasi, tombini, grondaie, sottovasi);
- Installare zanzariere e usare repellenti cutanei;
- Indossare abiti chiari e coprenti nelle ore serali;
- Evitare di uscire tra il tramonto e l’alba, periodo di maggiore attività della Culex pipiens.
La Regione Lazio e il Ministero della Salute hanno attivato campagne informative per sensibilizzare la popolazione. Ma il messaggio è chiaro: con il clima che cambia, zanzare e virus trovano condizioni sempre più favorevoli per proliferare. La prevenzione resta l’unica difesa efficace.
Foto di Miku Aalto da Pixabay
