di Sylvie Freddi
Zohran Mamdani ha vinto le primarie in vista delle elezioni comunali di New York contro il suo rivale, il potente Andrew Cuomo, ed è già una vittoria epocale. Lui è giovane (33 anni), mussulmano, antisionista, di origine indiana, nato in Uganda e si profila di una sinistra così a sinistra che Wall Street trema all’idea che possa veramente diventare sindaco e attuare le sue politiche socialiste. Eppure New York ha apprezzato questo giovane che promette cambiamenti che non si sentivano da anni: come un moderno Robin Hood vorrebbe tassare i ricchi e le corporation per rendere a la vita di milioni di newyorkesi più’ sostenibile a vari livelli, come sanità, scuola, affitto e trasporto. Lui, sconosciuto fino a qualche mese fa, figlio di un professore universitario e di una regista vincitrice di oscar, attraverso un’incredibile uso dei social e una campagna direttamente sul territorio, è riuscito a convincere le fasce sociali più deboli come anche una parte della ricca borghesia della Grande Mela. Ma le ricchissime lobby americane che oggi stanno governando il mondo non hanno alcuna intenzione di cedere neanche un dollaro. Allora impiegheranno ogni arma contro questo giovane così poco bianco, così troppo mussulmano, così troppo di sinistra. Comunque vada, la sua vittoria alle primarie è già sintomo di una presa di coscienza da una parte della popolazione newyorkese e di una crepa nel supermondo trumpiano.
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