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Gaza: la mattanza continua, Israele blocca gli aiuti e Trump invoca l’impunità per Netanyahu

L’Occidente gira lo sguardo, ma la vergogna è tutta sua

di Pippo Gallelli

Nella Striscia di Gaza la morte non fa più notizia, eppure ogni giorno porta con sé nuovi massacri, nuovi bambini sotto le macerie, nuove famiglie annientate da bombe e fame. Oggi Israele ha compiuto un ulteriore passo nel baratro morale: ha bloccato gli aiuti umanitari, piegandosi ai diktat dell’ultranazionalista Bezalel Smotrich ( in foto), ministro delle Finanze, che ha minacciato di far cadere il governo se non venisse interrotta la consegna degli aiuti a Gaza. Netanyahu, prigioniero del suo patto con l’estrema destra, ha immediatamente ceduto, incaricando l’esercito di elaborare un piano per impedire – così dice – che Hamas “rubi” gli aiuti.

Il risultato è che oggi 56 palestinesi sono morti, anche in fila per ricevere cibo. Vittime di un conflitto che ormai punisce sistematicamente la popolazione civile, colpendo rifugi, ospedali, scuole, convogli umanitari. L’assedio di Gaza è diventato una punizione collettiva, una violazione quotidiana del diritto internazionale.

In mezzo a questa catastrofe, si alzano voci non per invocare giustizia, ma per garantire impunità a chi commette crimini. È il caso di Donald Trump, tornato a ribadire su Truth Social la sua fedeltà a Netanyahu: “Un guerriero, un eroe – ha scritto – bisogna cancellare i processi contro di lui”. Un appello vergognoso, che rivela il vero volto del trumpismo: il disprezzo per la legalità internazionale, l’esaltazione della forza cieca come unico metro del potere.

In un’Europa perlopiù silente, complice o timorosa, spicca l’eccezione di Pedro Sánchez, premier spagnolo, che oggi ha chiesto la sospensione dell’accordo di associazione tra UE e Israele, denunciando la violazione dell’articolo 2 che impone il rispetto dei diritti umani. “C’è una situazione catastrofica di genocidio – ha detto – e l’Europa non può continuare a voltarsi dall’altra parte”. Una posizione isolata, ma che restituisce almeno un briciolo di dignità all’Unione Europea, troppo spesso prona agli interessi geopolitici e incapace di difendere i valori che proclama.

Intanto, Hamas avverte che “i funerali dei soldati israeliani diventeranno una costante”. È un’escalation che nessuno sembra voler fermare, un ciclo di morte che si autoalimenta nella totale assenza di responsabilità politica e morale.

Ci si chiede allora: dov’è l’indignazione dell’Occidente democratico? Dov’è l’ONU, l’Europa, la voce dei popoli liberi? Perché il diritto umanitario vale per alcuni e non per altri? Quando si bombardano i civili, si affama una popolazione e si usano le istituzioni per blindare la guerra, non c’è neutralità possibile. Il silenzio è complicità.

E chi invoca l’impunità per i criminali, di fatto firma la sentenza di condanna per un’intera umanità che continua a morire in silenzio.

Foto: Wikimedia.org