Monaco di Baviera – Il Paris Saint-Germain entra nella leggenda. La squadra di Luis Enrique ha conquistato la prima Champions League della sua storia schiantando con un clamoroso 5-0 l’Inter di Simone Inzaghi nella finale disputata all’Allianz Arena di Monaco. Una vittoria netta, senza appello, che consacra i parigini sul tetto d’Europa e infligge ai nerazzurri la più pesante sconfitta di sempre in una finale della massima competizione continentale.
Partita a senso unico
Dal primo minuto il PSG ha imposto il proprio ritmo, dominando in ogni zona del campo. La squadra francese ha mostrato tutte le sue qualità: tecnica, velocità e imprevedibilità offensiva, mettendo subito alle corde un’Inter apparsa nervosa e disorientata. Dopo un primo tentativo di Doué, al 12’ è arrivato il vantaggio firmato Achraf Hakimi, ex di turno, su assist proprio del giovane francese.
Pochi minuti dopo, al 20’, è stato Désiré Doué a raddoppiare con una conclusione deviata da Dimarco che ha spiazzato Sommer. L’Inter ha provato a reagire con un paio di colpi di testa di Acerbi e Thuram, ma senza precisione. Nel frattempo, il PSG ha continuato a macinare gioco e occasioni, sfiorando anche il terzo gol prima dell’intervallo con Dembélé.
Una ripresa da incubo per i nerazzurri
Nella ripresa non è cambiato nulla. Al contrario, la serata dell’Inter si è trasformata in un incubo. Al 63’ Doué ha firmato la sua doppietta personale, su un’azione avvolgente costruita da Vitinha e Dembélé. Il 3-0 ha definitivamente tagliato le gambe alla squadra di Inzaghi, già scossa da un infortunio occorso a Bisseck poco dopo il suo ingresso.
Al 73’, è toccato a Khvicha Kvaratskhelia, uno dei grandi protagonisti della stagione, calare il poker in contropiede. E all’86’ è arrivata la “manita” finale, firmata dal baby talento Senny Mayulu, su assist di Barcola: un sinistro potente che ha baciato il palo prima di finire in rete, suggellando una notte perfetta per i parigini.
Il crollo dell’Inter
L’Inter incassa così una durissima lezione di calcio. Dopo la sconfitta in finale a Istanbul nel 2023 contro il Manchester City, i nerazzurri crollano ancora all’ultimo atto, subendo la peggior disfatta di sempre per una squadra italiana in una finale europea. Per Inzaghi, la fine di stagione è amara: persa la Champions, sfumato anche il titolo in Serie A, il bilancio è più che deludente.
Parigi in festa
Dall’altra parte, esplode la gioia dei tifosi del PSG: dopo anni di investimenti e delusioni, la tanto agognata Champions è finalmente realtà. Luis Enrique, contestato in avvio di stagione, esce trionfatore con una squadra giovane, brillante e spietata. La serata di Monaco verrà ricordata come l’inizio di una nuova era per il calcio francese, che torna a sollevare la Coppa dalle grandi orecchie 32 anni dopo il successo dell’Olympique Marsiglia nel 1993.
Il capolavoro di Luis Enrique, tra calcio e vita
Questo trionfo, come detto, porta la firma indelebile di Luis Enrique, capace di trasformare un gruppo di stelle e giovani talenti in una squadra vera, affamata e unita. Dopo un inizio stagione difficile e le critiche per l’eliminazione in Coppa di Francia, l’ex tecnico di Roma e Barcellona ha saputo ricompattare l’ambiente, imporsi con le sue idee di calcio e far crescere giovani come Doué e Mayulu, fino alla notte perfetta di Monaco.
Ma dietro il successo tattico e sportivo, c’è anche un uomo che ha conosciuto il dolore più grande: nel 2019 Luis Enrique ha perso la figlia Xana, morta a soli 9 anni per un tumore osseo. Un dramma che lo portò ad abbandonare momentaneamente la carriera per stare vicino alla famiglia.
Rivederlo oggi sollevare la Champions League, con lo sguardo commosso e lo spirito di chi ha attraversato l’inferno e ha saputo rialzarsi, dà un significato ancora più profondo a questa vittoria. Non solo un trionfo sportivo, ma anche umano: la storia di un uomo che ha trovato nel calcio una via per tornare a vivere e a sorridere.
