Otto cortometraggi raccontano la frontiera italo-slovena nel 2025, anno della Capitale europea della cultura. Salvatores: “Conoscere chi è diverso da noi è l’unico modo per salvarsi insieme”.
MILANO – Una frontiera che ha diviso per decenni diventa oggi simbolo di incontro. È la storia di Gorizia e Nova Gorica, città gemelle al confine tra Italia e Slovenia, che nel 2025 condividono il prestigioso titolo di Capitale europea della cultura. Ed è il cinema, attraverso il progetto “Corti senza confine”, a raccogliere la sfida di raccontare questa trasformazione storica: non più una linea di separazione, ma un luogo di scambio, memoria e visione.
A presiedere la giuria internazionale che ha selezionato le opere cinematografiche del progetto è stato Gabriele Salvatores, Premio Oscar e autore da sempre attento ai temi del viaggio, del confine e dell’identità. A Milano, il 29 maggio, Salvatores ha presentato l’iniziativa affiancato da Massimiliano Finazzer Flory, direttore artistico di Un viaggio da fare, da Stojan Pelko, responsabile artistico di GO! 2025, e da Anna Del Bianco, in rappresentanza della Direzione Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia.
“Quando mi è stato proposto di presiedere la giuria ho accettato con entusiasmo”, ha raccontato Salvatores. “Perché considero importante che in un tempo di diffidenze e rancori, due città che hanno condiviso un passato difficile si uniscano oggi per dare vita a un futuro comune. È un esempio da seguire”.
Il progetto ha raccolto 151 proposte da tutta Europa, selezionandone otto – dirette da registi italiani e stranieri – che affrontano il tema del confine non solo come elemento geografico, ma anche esistenziale. Le storie sono ambientate lungo l’asse culturale e storico del nord-est, tra paesaggi carsici, ferite del passato e desiderio di rinascita. Le riprese hanno coinvolto interpreti noti del cinema italiano ed europeo e si concluderanno in tempo per il debutto ufficiale previsto durante le Giornate FICE, dal 30 settembre al 3 ottobre 2025, tra Gorizia e Nova Gorica, in occasione della 25ª convention nazionale Incontri del cinema d’essai.
Secondo il vicepresidente e assessore alla Cultura Mario Anzil, il progetto rappresenta “un messaggio forte e attuale: il confine come spazio di creatività, incontro e racconto condiviso. È un’eredità culturale che sopravviverà al 2025, raccontando la forza e l’identità plurale del Friuli Venezia Giulia”.
Anche Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività produttive e al Turismo, ha sottolineato la sinergia tra cinema e promozione territoriale. “Dal 2022 a oggi sono state ben 224 le produzioni realizzate nella nostra regione, grazie al rafforzamento della FVG Film Commission. Il cinema è diventato uno strumento strategico non solo culturale ma anche economico e turistico”.
Nel corso dell’incontro milanese, Salvatores ha anche annunciato che girerà il suo prossimo film proprio a Trieste, ispirato a La variante di Luneburg di Paolo Maurensig, raffinato autore goriziano. “È un noir ambientato nel mondo degli scacchi, girato tra Trieste, Vienna e Monaco, con attori italiani e tedeschi. Un’opera elegante, sobria e intensa, come il suo autore”.
“Il confine e il viaggio sono temi centrali nei miei film”, ha aggiunto Salvatores. “Perché spesso chi parte lo fa per superare non solo barriere geografiche ma anche interiori. E alla fine, come ho imparato dai miei personaggi, non è tanto importante l’arrivo, quanto il percorso che si compie”.
Chiude con una riflessione Massimiliano Finazzer Flory: “Dire corti senza confine può sembrare un paradosso, ma il cinema è questo: un’arte collettiva che supera la realtà per suggerire visioni. Abbiamo bisogno di racconti che attraversino le frontiere invisibili”.
Gorizia e Nova Gorica, luoghi un tempo segnati dalla storia più dura, diventano così un esempio luminoso di ciò che può accadere quando cultura, arte e visione si uniscono per costruire un’Europa più consapevole, più aperta, e finalmente… senza confini.

ECCO GLI 8 CORTI SENZA CONFINE
Un progetto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia / Direzione Centrale Cultura, con FVG Film Commission – PromoTurismoFVG. In anteprima assoluta alle Giornate FICE, a Gorizia e Nova Gorica, dal 30 settembre al 3 ottobre 2025
Confini, canti (Rumore) è l’unica opera di animazione di Corti senza confine. Attraverso le tavole del pluripremiato disegnatore italiano Simone Massi, realizzate con la distintiva tecnica di pastelli a olio su carta, il piazzale della Piazza Transalpina/Trg Evrope diventa lo scenario simbolico dove si incontrano drammi storici e speranze future. Simone Massi: nato a Pergola il 23 maggio 1970, è un animatore, regista e illustratore italiano. Ha vinto il David di Donatello nel 2012 per il miglior cortometraggio e ha ricevuto quattro Nastri d’argento: uno nel 2014, uno nel 2015 e due nel 2023, un Premio Flaiano, oltre a numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Ha inoltre realizzato i manifesti e le sigle della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dalla 69a alla 73a edizione.
Il regista Mauro Lodi con L’estate che verrà (Groenlandia) sviluppa la storia toccante di una profonda amicizia tra due giovani, un italiano e uno sloveno, cresciuti in un contesto di grande coesione culturale come quello dello Staatsgymnasium di Gorizia, ma in un luogo e in un tempo che verrà sconvolto dalla guerra. Una narrazione coinvolgente che sottolinea il potere delle relazioni umane di superare il confine. Mauro Lodi, regista italiano, classe 1980, dopo il corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla IULM di Milano ha intrapreso la sua carriera nel settore pubblicitario, televisivo e cinematografico come aiuto regia, direttore della fotografia, regista di seconda unità e montatore. Ha diretto progetti pubblicitari per molti brand internazionali, recentemente ha collaborato con Groenlandia per le serie televisive La legge di Lidia Poët e Supersex.
Emma Jaay (Tucker Film), regista di origine britannico-australiana, con Meja, Frontiera si cimenta in una “favola moderna” ambientata a Gorizia: il film esplora i temi delle radici e delle frontiere, offrendo una riflessione poetica sulla connessione umana oltre le divisioni geografiche.
Emma Jaay, classe 1991, è una regista di origine britannica-australiana. A Pechino ha collaborato con il regista Zhao Xiao Tong e si è poi trasferita a Sarajevo collaborando con il celebre regista Bela Tarr nel programma “film.factory”. Dopo aver conseguito il Master in Belle Arti (MFA) Emma si è trasferita a Torino, lavorando a vari progetti cinematografici, video e progetti artistici, inclusa una residenza e una mostra a Marrakech in Marocco. È stata primo aiuto regista per progetti di cortometraggi e documentari in Bosnia-Erzegovina, Cina, Italia e Slovenia e ha lavorato nella sezione industry del Sarajevo Film Festival, del Ping Yao International Film Festival e del Far East Film Festival di Udine.
Lorenzo Fabbro nel cortometraggio La battaglia delle spazzole (Staragara I.T.) combina ironia e realismo attraverso la sua formazione cinematografica e documentaristica: restituendo così una commedia brillante che trasforma la routine notturna di due operatori di spazzatrici, Mauro e Nadja, in una battaglia di confini invisibili e sentimenti inaspettati a cavallo della Piazza Transalpina / Trg Evrope.
Lorenzo Fabbro, nato nel 1991, si è diplomato a Sarajevo in regia alla film.factory di Béla Tarr. Nel 2018 il suo documentario di diploma Nestajanje (Fade) è stato presentato al Sarajevo Film Festival. Ha lavorato come assistente e aiuto regia in numerose produzioni internazionali, per cinema (Gabriele Salvatores, Krzysztof Zanussi, Mirko Locatelli, Maurizio Nichetti), televisione (Matteo Oleotto) e pubblicità (Marcello Cesena). Il suo ultimo cortometraggio Puiet (Young Tree) ha vinto il premio come Miglior Cortometraggio alla Settimana Internazionale della Critica nell’ambito della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
Chiara Cremaschi con Vivere (La Scontrosa) schiude un film on the road e intraprende un racconto potente e visivamente intenso, un viaggio non solo fisico, ma anche introspettivo, per esplorare le complessità della vita e delle emozioni umane, insieme a temi di crescita personale e solidarietà femminile. Nel plot due giovani donne, Mamoon e Laura, costrette a scoprirsi e a prendersi cura l’una dell’altra in un bosco fuori dal tempo, tra l’Italia e la Slovenia. Un progetto che nasce da ricerche, interviste e riflessioni di lungo corso dell’autrice insieme alla geografa francese Camille Schmoll e all’artista Martina Melilli. Chiara Cremaschi, è autrice, sceneggiatrice e regista. Laureata in Filmologia al DAMS di Bologna, ha un master in sceneggiatura all’AGIS Milano e si è formata in regia documentaria agli Ateliers Varan di Parigi. Il suo primo cortometraggio, Parole per dirlo – dalla parte delle bambine, ha vinto numerosi premi internazionali. Il corto Dolce attesa ha ottenuto importanti riconoscimenti, incluso il Premio Kodak al Torino Film Festival.
Alberto Fasulonel corto L’Osservatore dell’est (Nefertiti Film), segue la tensione sottile tra Federico – ottant’anni, nobile decaduto e reduce di guerra – che decide di acquistare a prezzo stracciato un appartamento su Piazza della Transalpina; e un misterioso osservatore, settantenne che ogni giorno si siede sul lato sloveno della piazza, osservando la casa in vendita. Un plot che, esplorando i temi del confine e dell’interdipendenza umana, si trasforma in un sapiente mix fra commedia, dramma e un omaggio ai film western di Sergio Leone.
Alberto Fasulo, classe 1976, nativo di San Vito al Tagliamento (Pordenone) è socio fondatore di Nefertiti Film insieme a Nadia Trevisan, ed è regista e produttore. Nei suoi vent’anni di esperienza ha approfondito tecniche e generi differenti, mettendo al centro della sua ricerca artistica e narrativa l’essere umano. I suoi film hanno partecipato ai principali festival internazionali e sono stati distribuiti in Italia e all’estero.
Davide Del Degan in Cos te costa (Galaxia) scritto da Alessandro Biamonti esplora i confini fisici e metafisici evidenziando come siano rappresentazioni distorte della realtà umana. Il corto vedrà la partecipazione dell’attrice di fama internazionale Ksenija Rappoport, nel ruolo di Lena, una donna di cinquant’anni, che insieme al figlio Anton, di otto anni, visita il cimitero di Merna per onorare un defunto, trovandosi di fronte al confine fisico che divide il cimitero tra Italia e Slovenia.
Davide Del Degan con il cortometraggio 2004 Interno 9 è stato insignito del Globo d’Oro e della nomination al David di Donatello. Tra gli altri lavori, nel 2011 scrive e dirige Habibi, pluripremiato in tutto il mondo e vincitore del Nastro d’Argento. Viene presentato nella Selezione Ufficiale del Festival di Cannes 2016 il suo primo lungometraggio, il documentario L’ultima spiaggia, realizzato in co-regia con Thanos Anastopoulos. Ad ottobre 2020 è uscito il lungometraggio di fiction Paradise una nuova vita, Pilgrim Film/ Fandango distribuzione, vincitore del Globo d’oro, presentato in molti festival internazionali come BusanFilmFestival in Corea e il Torino Film Festival.
Il ponte (Amarena Film), opera prima da regista di Giacomo Bendotti, racconta il ritorno di un anziano nei luoghi della sua infanzia. Un autobus carico di turisti odontoiatrici parte infatti dall’Italia per la Slovenia, ed è così che Gregorio ritrova la frontiera varcata oltre settant’anni prima, per fuggire dall’Istria, e i luoghi dell’esodo dei migranti lungo la “Rotta dei Balcani”. Un’opera che esplora il tema delle migrazioni ed evidenzia la permeabilità dei confini nel tempo e nella storia, e come i contesti e le direzioni nei quali li attraversiamo possano diventare muri, oppure ponti.
Giacomo Bendotti, romano classe 1984, ha esordito come sceneggiatore con L’attesa di Piero Messina (2015 – Festival di Venezia), ha collaborato a Una storia senza nome di Roberto Andò (2018) e ha recentemente scritto Another End di Piero Messina (2024 – Festival di Berlino). Per la televisione, ha creato e scritto Chiamami ancora amore (2021) e ha lavorato alla seconda stagione di The Bad Guy per Amazon Prime (in post-produzione). È inoltre autore di testi e disegni delle graphic novel Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – L’agenda rossa, pubblicate da Becco Giallo Editore.
Il progetto Corti senza confine rientra nei programmi della Evropska prestolnica kulture – Capitale Europea della Cultura – European Capital of Culture GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia (https://www.go2025.eu/). Info: http://fvgfilmcommission.com