di Sylvie Freddi
Oltre 100 mila tonnellate di esplosivo sono state sganciate dal 7 ottobre sulla striscia di Gaza, superando quello utilizzato durante tutta la seconda guerra mondiale.
“la metà delle bombe che cadono su Gaza sono fabbricate in Europa…se l’Europa volesse, avrebbe una grande capacità di influenzare Israele” ha dichiarato Josep Borrell, ex Alto rappresentante per gli Affari esteri, in un’intervista alla radio spagnola Cadena Ser.
Nel febbraio del 2024 Spagna e Irlanda avevano inoltrato alla Commissione europea una richiesta di revisione dell’Accordo di associazione con Tel Aviv. Revisione non accettata dagli altri paesi europei.
Ora gran parte dei governi europei si è svegliata, non solo per una crisi di coscienza, ma i più spinti dalla forte pressione dell’opinione pubblica mondiale sconvolta dalle continue terribili e devastanti immagini che provengono dai territori palestinesi.
La decisione di prevedere sanzioni ad Israele da parte della UE è giunta dopo che 17 dei 27 ministri degli Esteri dell’Unione hanno appoggiato la revisione dell’articolo 2 dell’accordo di associazione che vincola i rapporti bilaterali con Israele al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. La richiesta di revisione, in reazione al blocco degli aiuti umanitari a Gaza, è stata presentata all’inizio di questo mese da Caspar Veldkamp ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, storici partner di Israele.
A schierarsi contro la richiesta sono stati dieci paesi europei storicamente vicini a Israele, tra cui ahimè Italia e Germania, entrambi non a caso, fornitori di armi ad Israele stesso.
“Sono passati 15 mesi e quasi 30 mila morti in più” è il commento amaro di Josef Borrell su questa decisione da parte dei governi UE. Sicuramente morti che si potevano evitare sanzionando lo stato di Israele a febbraio dell’anno scorso, ma speriamo che l’Europa più o meno unita, riuscirà ad evitare un ulteriore sterminio.
Foto di hosny salah da Pixabay