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Harry, vuole tornare il figliol prodigo senza scorta

di Pippo Gallelli

Vorrebbe riavvicinarsi, riportare la sua famiglia nel Paese dove è nato e cresciuto. Ma oggi, per il principe Harry, il Regno Unito è diventato una terra difficile da raggiungere. Non per la distanza, ma per la mancanza di protezione.

Il duca di Sussex ha perso l’ultima battaglia legale per riottenere la scorta armata garantita ai membri attivi della Royal Family. La Corte d’Appello di Londra ha confermato la decisione del ministero dell’Interno di negare a lui, Meghan e ai loro figli il diritto automatico alla tutela della polizia durante le visite sul suolo britannico.

Un colpo durissimo, accolto da Harry con dolore e frustrazione. In un’intervista rilasciata alla BBC dalla sua casa in California, il principe è apparso provato, commosso, quasi rassegnato. Ma non privo di una volontà sincera: quella di ricucire lo strappo con la sua famiglia.
“Vorrei tanto riconciliarmi con la mia famiglia. Non ha senso continuare a litigare, la vita è preziosa”, ha dichiarato.

Il riferimento, neanche troppo velato, è alla salute del padre, re Carlo III, che da mesi affronta cure contro un tumore di natura non precisata. “Non so quanto tempo gli resti da vivere”, ha detto Harry, rivelando però che i rapporti col sovrano sono gelidi: “Non vuole parlarmi per via della questione della sicurezza”.

Harry non nasconde l’amarezza per la sentenza e accusa direttamente le istituzioni britanniche – e, implicitamente, anche Buckingham Palace – di aver influenzato la decisione. Parla di “una buona vecchia trappola istituzionale” e si dice deluso da un sistema che non ha tutelato né lui né i suoi figli. “Non riesco a immaginare un modo in cui riporterei mia moglie e i miei figli nel Regno Unito”, ha aggiunto.

Dietro il desiderio di riconciliazione si intravedono ferite ancora aperte. La più profonda è legata al libro Spare, l’autobiografia in cui Harry ha svelato retroscena e tensioni della vita a corte. “Alcuni membri della mia famiglia non mi perdoneranno mai per averlo scritto”, ha ammesso. Eppure, il duca afferma di aver fatto un passo: “Li ho perdonati. Ci sono stati tantissimi disaccordi, ma non voglio più vivere in guerra”.

Il ritorno del figliol prodigo, però, resta sospeso. Il Regno Unito – quello ufficiale, quello blindato dai protocolli – non lo aspetta a braccia aperte. E il palazzo, dietro le mura antiche, tace.

Fonte foto: https://picryl.com