Cultura

La “Casa del Postino” è salva: il rifugio di Neruda a Salina resterà al suo posto

di Pippo Gallelli

Resterà lì, sospesa tra il cielo e il mare di Pollara, cullata dal vento e abbracciata dagli ulivi, la “Casa del Postino”, resa immortale dal film con Massimo Troisi. La villetta, che ha fatto da cornice all’ultima interpretazione dell’attore partenopeo nel capolavoro “Il Postino”, non sarà demolita.

Come riferisce l’ANSA, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto il ricorso presentato dal proprietario Giuseppe Cafarella, che aveva chiesto la sospensione del provvedimento di demolizione emesso dal Comune di Malfa. La vicenda aveva scosso non solo l’isola, ma anche il cuore di chi, in quella casa, ha ritrovato l’incanto di una poesia senza tempo e l’ultimo sguardo dolce e malinconico di Troisi.

A segnalare presunte irregolarità era stata una vicina, dopo aver notato un ampliamento durante i lavori di ristrutturazione. Ma il giudice relatore Nino Caleca ha riconosciuto il valore storico, artistico e paesaggistico di quella che ormai non è soltanto una casa, ma un simbolo — una memoria viva incastonata tra gli oleandri e il profumo di salsedine.

La “Casa del Postino”, già iscritta al Lim — la Carta dei Luoghi dell’Identità e della Memoria della Regione Siciliana — si conferma così un bene da proteggere, anche alla luce dell’inserimento delle Isole Eolie nella World Heritage List dell’UNESCO, nel 2000.

Per Cafarella, la salvezza della villetta non è soltanto una vittoria personale, ma un gesto d’amore verso un patrimonio collettivo: “Questa casa racconta una storia, una poesia, un frammento di cinema che non deve andare perduto. Conserva intatti lo spirito dell’architettura eoliana e l’anima di un film che ha saputo toccare il cuore del mondo”.

E così, tra gli stessi muretti imbiancati, la pietra lavica e il silenzio delle sere stellate di Salina, continueranno a vivere le parole di Neruda, le biciclette di Troisi e quella struggente nostalgia che ha saputo fermare il tempo.

Fonte foto: web