di Michele Petrocelli
Avremo modo di analizzare e commentare quanto c’è nel testo della legge di bilancio 2025 che al momento è in discussione e votazione al senato dopo che, nella settimana di Natale era passata a Montecitorio. Mentre scriviamo, giunge notizia dall’Iran che la collega del Foglio, Cecilia Sala, è addirittura in cella di isolamento nel carcere di Evin a Teheran. E il fatto sembra essere accaduto il 19 dicembre scorso quando la collega Sala, con regolare permesso di cronaca nel Paese orientale, è stata tratta in arresto senza accuse particolari ma con un generico: “Comportamenti illegali”. Di quali comportamenti si tratti, al momento non è dato sapere. Sta di fatto che su sollecitazione della famiglia e del compagno di Cecilia, il collega del Post, Daniele Raineri, la Farnesina ha attivato tutte le procedure possibili per capire l’accaduto e, soprattutto, togliere Cecilia Sala dalla vessatoria situazione alla quale è al momento sottoposta. Seguiremo e vedremo l’evoluzione degli avvenimenti. Tornando ai fatti della “provincia italiana”, dicevamo, a Palazzo Madama sono in corso le votazioni del Documento di Programmazione Economica per il prossimo anno dal risultato scontato di approvazione e che nei mesi precedenti il Natale ha generato non pochi e problematici dissidi tra i diversi schieramenti in campo. Su tutti, quello tra Governo e Cgil con una raffica di astensioni lavorative, a parere nostro, del tutto legittime e più che motivate, che hanno ulteriormente alimentato i toni già infuocati del dibattito politico nazionale. Nello specifico Maurizio Landini, segretario Cgil e gran trascinatore del popolo dei lavoratori, che si pone, almeno fino a questo momento, come vero interlocutore e leader, non solo sindacale, delle classi lavoratrici sia del settore pubblico che di quello privato. Ne è la prova, un certo “fastidio” che le azioni di Landini hanno prodotto in diversi palazzi governativi, dal ministero dell’Istruzione a quello del Made in Italy (che poi a ben vedere dovrebbe essere quello che tutela e protegge tutto ciò che è italiano ma lo chiamiamo con un nome anglosassone!!!), fino ad arrivare al ministero delle Infrastrutture che tra minacce varie e presentazioni diverse, con l’ultimo voto della finanziaria 2025, porterà al Salvini-pensiero-architetto-ingegnere, alle società amiche (così pare), un altro miliardo e mezzo di finanziamenti per l’opera magna che tutto salverà, il Ponte sulla Stretto. A conti fatti e per dirla tutta, il finanziamento al Ponte, senza contare le opere connesse su entrambe le sponde, è arrivato a 13,5 miliardi di euro, l’equivalente, numero più, numero meno, di circa 5 milioni di posti di lavoro a 2.500 euro lordi di stipendio. Praticamente l’abbattimento della disoccupazione italica e in sostanza, Meloni e il suo Governo, a governare a vita e senza neppure bisogno di elezioni ma per acclamazione. Si lo so, mi piace sognare ma poi, mi sveglio e torno sulla terra, alla dura realtà dove in tutta la penisola ci sono presidi di lavoratori che stanno passando le festività più belle dell’anno, al freddo e al gelo, come nostro Signore… per cercare di tenere duro rispetto a quanto hanno letto nella “letterina” di “pace e serenità” dal titolo: “Lei è licenziato”. E mentre tutti noi che almeno le scriviamo certe cose per non dimenticare chi sta peggio, c’è chi, invece, va a vedere le aurore boreali e le porte sante aperte, eludendo o forse, proprio non comprendendo quanto ogni giorno il Santo Padre, Francesco, con forza ripete: pace, solidarietà, inclusione, equità sociale, ecc… Ma siccome a Natale siamo tutti più buoni, tanto è stato all’inaugurazione, in occasione dell’apertura del Giubileo 2025, del passaggio della nuova Piazza Pia, a Roma, con destra e sinistra in gaudenti propositi di collaborazione e, tanto di foto di rito.
Fonte foto: 25emilia.com